Vaccini in ritardo: il piano trimestrale in Italia è ridimensionato | Ue "spiazzata": vertice con AstraZeneca | L'Italia pensa al vaccino russo Sputnik 5
Obiettivi tutti da aggiornare: a fine marzo avremo vaccinato 7 milioni e mezzo di italiani
I (preoccupanti) rallentamenti di Pfizer-Biontech, la (possibile) riduzione del 60% delle dosi che verranno distribuite nel primo trimestre da parte di AstraZeneca. Sono i due principali campanelli d'allarme riguardanti i vaccini suonati nelle ultime ore in Italia. Il premier Giuseppe Conte ha anticipato azioni legali e ammesso che la marcia intrapresa dall'Italia potrebbe subire un brusco rallentamento così come il resto dell'Unione Europea. Bene che vada, a fine marzo avremo vaccinato 7 milioni e mezzo di italiani (tutti i medici e il personale sociosanitario, gli ospiti e gli operatori delle Rsa e gli over 80, forse i 75enni con fragilità) ma per sessantenni, insegnanti, forze dell' ordine e detenuti, i tempi si allungano e nessuno può sapere quanto. Un obiettivo quasi dimezzato rispetto a quanto previsto dal piano strategico di vaccinazione del ministero della Salute.
Italia, numero di dosi ampiamente inferiore alle attese - II piano vaccinale dell'Italia ipotizzava di avere a disposizione 28,2 milioni di dosi di vaccino entro il 31 marzo (compresi i 2,3 milioni di Curevac, il cui prodotto è però in ritardo). Ma, come riportato dal Mattino, anche limitandosi ai vaccini che già vengono somministrati in molti Paesi del mondo - Pfizer-BioNTech, Moderna e AstraZeneca - in Italia nel primo trimestre ne sarebbero dovuti arrivare 25,9 milioni. Invece, se va bene, ne avremo circa la metà. Il ritardo che stiamo accumulando non potrà essere recuperato e questo significa che il famoso raggiungimento della immunizzazione di almeno il 70 per cento degli italiani (primo step decisivo per raggiungere l'immunità di gregge) non sarà raggiunta a ottobre, come previsto, ma all'inizio del 2022, sempre che eventuali nuove varianti non impongano una nuova campagna con un prodotto adattato.
L'ipotesi: acquistare il vaccino russo Sputnik 5 - Nel vertice di sabato 23 gennaio (presenti i ministri Boccia e Speranza, il commissario Arcuri e i rappresentanti delle Regioni) è stata avanzata l'ipotesi di acquistare il vaccino russo Sputnik 5 (e anche quello cinese), sollecitando l'Ema perché li valuti e li autorizzi rapidamente, in modo da avere una più ampia scelta. L'Ungheria ha già provveduto con lo Sputnik 5; un paese membro può autonomamente autorizzare per fini emergenziali un vaccino, ma la linea italiana è quella di attenersi alle indicazioni dell' Ema.
Ue in ritardo: si studiano le contromosse - L'Unione europea ha convocato per lunedì (domani) AstraZeneca per chiedere chiarimenti, ma al momento i numeri a disposizione sono poco incoraggianti. Moderna invierà 65.000 dosi lunedì, Pfizer 455.000 (invece di 530.000) nei prossimi giorni (privilegiando quelle Regioni sono state penalizzate dai precedenti tagli). AstraZeneca si è impegnata (sempre se il 29 gennaio ci sarà l' autorizzazione di Ema) a tre invii: 15 e 28 febbraio e 15 marzo, per un totale di 3,4 milioni di dosi. Il piano vaccinale andrà totalmente riscritto, anche se l' Italia, a differenza ad esempio della Francia (i tagli riguardano tutta l'Europa), ha deciso di rispettare i tempi della seconda dose che deve essere somministrata a 21 giorni dalla prima. C'è una ulteriore variabile: l' ipotesi che Ema autorizzi sì il 29 gennaio AstraZeneca, ma accogliendo solo i dati della sperimentazione per i meno anziani, dunque il vaccino potrà in quel caso essere somministrato solo a chi ha meno di 55 anni. A quel punto le prime forniture andrebbero a personale scolastico e delle forze dell'ordine.
Quanto inserito fra l'1.00 e le 8.00 verrà moderato a partire dalle ore 8.00
Nessun commento
Metti il tuo like ad un commento
Sarà pubblicato al più presto sul nostro sito, dopo essere stato visionato dalla redazione
Il commento verrà postato sulla tua timeline Facebook
I commenti in questa pagina vengono controllati
Ti invitiamo ad utilizzare un linguaggio rispettoso e non offensivo, anche per le critiche più aspre
In particolare, durante l'azione di monitoraggio, ci riserviamo il diritto di rimuovere i commenti che:
- Non siano pertinenti ai temi trattati nel sito web e nel programma TV
- Abbiano contenuti volgari, osceni o violenti
- Siano intimidatori o diffamanti verso persone, altri utenti, istituzioni e religioni
- Più in generale violino i diritti di terzi
- Promuovano attività illegali
- Promuovano prodotti o servizi commerciali