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Terremoto, la lezione di Norcia che ha resistito alla doppia scossa

La messa in sicurezza e la ricostruzione post sisma del 1979 e del 1997 hanno permesso alla cittadina umbra di non registrare né morti né feriti, anche se la conta dei danni...

La doppia scossa del 24 agosto, né quella delle 4.32 con magnitudo 5.1, né quella delle 4.33 di 5.4, ha piegato Norcia, la città umbra che della ricostruzione post sisma ha fatto il suo vanto.

Eh sì, perché il paese al confine con Marche e Lazio, a pochi chilometri da Accumoli e Amatrice, epicentro stesso del fenomeno tellurico, ha imparato la lezione dalle devastazioni e dalla morte portata dall'"onda nera" che arrivò dal cuore della terra nel 1979 e nel 1997. E oggi sale in cattedra: né vittime, né feriti. Danni, sì, alcuni anche ingenti, ma contenuti. Come mai? La risposta arriva dalla Regione: "La messa in sicurezza ha pagato".

"La ricostruzione degli ultimi decenni ha salvato molte vite", conferma il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno. "La forte scossa che ha colpito anche l'Umbria, superiore a quella del 1997, ha causato danni contenuti", gli fa eco la presidente della Regione, Catiuscia Marini.

Dove dunque non arriva il malaffare, dove i lavori vengono condotti nel rispetto della normativa antisismica, dove il recupero degli edifici viene fatto con un'attenta opera di adeguamento e consolidamento, dove le amministrazioni vigilano, oggi non si piangono vittime. Come accadde invece nel 1979, quando i morti furono 5 e 2.000 gli sfollati. O come accadde nel 1997, quando il terremoto presentò un conto più salato: 11 decessi, 100 feriti e 80mila edifici danneggiati.

"Ci ponemmo subito l'obiettivo di non limitarci alla semplice riparazione del danno - spiega il governatore Marini - ma di metter in sicurezza l'intero territorio. Abbiamo scelto di ricostruire negli stessi luoghi nel rispetto della normativa". Così, continua, "quella buona ricostruzione ora ha saputo garantire sicurezza alla popolazione e qualità e velocità degli interventi".

Dai controlli effettuati sul territorio norcino, è emerso che in particolare nelle frazioni di Castelluccio e San Pellegrino si sono registrati i più grossi danni ad abitazioni private, a infrastrutture e a beni culturali; 700 i posti letto assicurati ai residenti per la notte in tenda e sicuramente ancora tanta paura, con il sollievo, però, che la buona ricostruzione qui non ha lasciato nessuno sotto le macerie. Una lezione per tutti.