Uccise il padre per difendere la madre: Alex Pompa rinviato a giudizio | Rischia 20 anni di carcere
Il processo comincerà il 30 giugno. Una nuova legge ha impedito alla difesa di chiedere il rito abbreviato
La storia di Alex aveva fatto parecchio rumore nella primavera del 2020. In piena pandemia, la notizia di questo ragazzo di Collegno, in provincia Torino, che, appena 18enne, per difendere la madre dai continui soprusi, uccise il padre violento, coinvolse anche l'allora ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina che chiamò il ragazzo alla vigilia della maturità per gli auguri di rito. Alex Pompa è stato rinviato a giudizio per l'omicidio del padre e non potrà avvalersi del rito abbreviato. Rischia 20 anni di carcere.
Il processo comincerà il 30 giugno. Una nuova legge ha impedito alla difesa di chiedere il rito abbreviato. Il padre, secondo quanto è emerso dalle indagini, aveva spesso comportamenti violenti nei confronti della donna. Alex lo trafisse con numerose coltellate. Dopo l'omicidio e l'arresto i compagni di classe di Alex si offrirono di ospitarlo in casa, ai domiciliari. A giugno, dall'abitazione di un amico, il giovane sostenne l'esame di maturità.
"Sei l'unico che ascolta. Devi intervenire in modo drastico. Qui rischiamo tutti la vita", il messaggio che Alex e il fratello avevano scritto allo zio la sera dell'omicidio di Giuseppe Pompa, 52 anni. Poi il delitto, con l'uomo ucciso da numerose coltellate.
Dopo la maturità, Alex era tornato a vivere con la madre a Collegno e si era pure iscritto all'università. Ora dovrà affrontare il processo con l'accusa di omicidio volontario con l'aggravante di aver agito contro un familiare: con le possibili attenuanti rischia oltre 20 anni di carcere.
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