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Truffa diamanti, a Vasco Rossi l'affare fu proposto dal Banco Bpm

I gioielli sarebbero stati acquistati attraverso la società Idb, secondo quanto emerge dagli atti dellʼinchiesta della Procura di Milano che ha condotto a un sequestro da 700 milioni

Truffa diamanti, a Vasco Rossi l'affare fu proposto dal Banco Bpm - foto 1
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Sembra che a Vasco Rossi l'acquisto di diamanti, rivelatisi poi una truffa, sia stato proposto dal Banco Bpm.

La rockstar avrebbe pagato con tre bonifici: 1,043 milioni di euro il 20 luglio 2009, 520mila euro il 22 marzo 2010 e poco più di un milione il 14 ottobre 2011. I gioielli sarebbero stati acquistati attraverso la società Idb, secondo quanto emerge dagli atti dell'inchiesta della Procura di Milano che ha condotto a un sequestro da 700 milioni.

La somma di 700mila euro è stata sequestrata dalla guardia di finanza a Banco Bpm, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mps e Banca Aletti. I cinque istituti sono finiti al centro di un'inchiesta u una presunta truffa sulla vendita di diamanti a investitori e risparmiatori.

L'inchiesta - Tra gli indagati, che in tutto sono una settantina, figura anche il direttore generale di Banco Bpm Maurizio Faroni, che dovrà rispondere di truffa, autoriciclaggio e ostacolo all'esercizio delle funzioni di vigilanza. Indagati anche altri dirigenti della banca, oltre a responsabili delle due società Idb e Dpi che vendevano i preziosi agli investitori e che oggi sono state perquisite. Tra i reati contestati, a vario titolo, anche quello di corruzione tra privati.

Il gip: "Spiccato ruolo dei dirigenti del Banco Bpm" - Il "ruolo spiccato di diversi dirigenti del Banco Bpm" nella presunta truffa sulla vendita di diamanti "è stato manifesto fin dalle prime fasi dell'indagine". E' quanto sottolinea il gip di Milano, Natalia Imarisio. Secondo il giudice che ha dato l'ok al maxi sequestro chiesto dalla Procura, le intercettazioni disposte in fase di indagini hanno evidenziato "con la massima chiarezza il consapevole coinvolgimento del managemet" soprattutto del Banco Bpm.

L'intercettazione: "Diamanti proposti come affare, non come gioielli" - "Il diamante non deve essere proposto come gioiello ma come investimento". Così parlava, intercettato nel maggio del 2017, un dirigente del Banco Bpm al telefono con un collega. L'intercettazione è agli atti dell'inchiesta della Procura di Milano. "Fare l'investimento, non venderlo come gioiello, rendimento atteso, c....!", diceva nella stessa telefonata l'altro dirigente dell'istituto.

Le circolari ai dipendenti: "Prodotto redditizio che non conosce ribassi" - Negli atti si parla, tra l'altro, di "due circolari" del 2003-2004 della Banca Popolare di Verona e Novara (poi Banco Popolare, che si è fuso con Bpm) e di Banca Aletti, anche lei indagata come ente, "recanti l'esplicita direttiva ai dipendenti di proporre i diamanti non come gioielli ma come investimento", presentandoli come un "prodotto redditizio" in quanto "sicuro, da oltre vent'anni non conosce ribassi" con "plusvalenze medie annuali di 7-8 punti percentuali". Un dirigente di Banco Bpm, si legge sempre negli atti, aveva definito "allucinante" il contenuto di quelle circolari. Nel decreto di sequestro, inoltre, viene evidenziato "il ruolo spiccato" di "diversi dirigenti Bpm" nelle presunte truffe e "il consapevole coinvolgimento del management".

Il pm: "I clienti compravano le cassette di sicurezza" - Banco Bpm, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mps e Banca Aletti, erano "incentivate" nel proporre i preziosi "dalle alte provvigioni che le due società", Idb e Dpi, "riconoscevano loro", ma anche dalla "fidelizzazione" dei clienti "che spesso compravano le cassette di sicurezza per conservare in deposito i diamanti". Lo scrive il pm Grazia Colacicco nella richiesta di sequestro eseguito dalla Gdf. I clienti, infatti, erano costretti a comprare anche cassette di sicurezza perché "si trattava di pietre il cui godimento di fatto non era possibile, giacché venivano vendute in blister con certificati di garanzia". E "una volta aperte - si legge negli atti - ad esempio per farle incastonare, perdevano il loro valore nominale e non potevano più essere rivendute attraverso il circuito bancario".

I benefit per i dirigenti - Le banche, in questo "schema", secondo i pm, ci guadagnavano anche per i "benefit personali riconosciuti ai dirigenti più alti" in relazione alle vendite che andavano a buon fine. Dagli atti, inoltre, emerge anche che "l'effettivo valore delle pietre truffaldinamente vendute" si aggirava "tra il 30 e il 50% del prezzo pagato" dai clienti e "in taluni casi" era "solo il 20%".

Tanti i clienti raggirati - Oltre a Vasco Rossi, che avrebbe investito 2,5 milioni di euro in pietre preziose, nella lista delle vittime figurano anche la conduttrice tv Federica Panicucci, che avrebbe investito oltre 50mila euro, e la showgirl Simona Tagli, che aveva comprato 29mila euro di diamanti, e l'imprenditrice Diana Bracco.