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Terrorismo, Mattarella: "Anche con la complicità di uomini di Stato"

"Lo Stato vinse il terrorismo con la legalità", ha ricordato il presidente in occasione del Giorno della Memoria dedicato alle vittime del terrorismo. Omaggio anche alla figura di Aldo Moro, ucciso 45 anni fa

In Italia "troppi episodi di sangue hanno ferito una giovane Repubblica, che si è trovata a fare i conti con il terrorismo politico; con le stragi, talvolta compiute con la complicità di uomini da cui lo Stato e i cittadini avrebbero dovuto ricevere difesa; con la violenza politica, tra giovani di opposte fazioni che respiravano l'aria avvelenata di scontro ideologico".

Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione del Giorno della Memoria dedicato alle vittime del terrorismo.

 

"Lo Stato vinse il terrorismo con la legalità"

 "Lo Stato, le forze politiche e sociali, hanno saputo reagire - nonostante lo smarrimento iniziale - con coraggio e decisione alla sfida dei terrorismi. Una guerra che è stata vinta - è bene sottolinearlo, qui e ovunque - combattendo sempre sul terreno della legalità costituzionale, senza mai cedere alle sirene di chi proponeva soluzioni drastiche, da regime autoritario. Affidandosi al diritto e all'amministrazione della giustizia per proteggere la nostra comunità. Rifiutando di porsi al di fuori della natura democratica della nostra Repubblica".

 

 

"Si è molto parlato negli ultimi decenni dei terrorismi e dei terroristi. Della loro vita, dei loro complici, delle loro presunte ideologie, delle cause che han fatto da base alla loro scelta di lotta armata. Delle gravi deviazioni compiute da elementi dello Stato, e per le quali avvertiamo ancora l'esigenza, pressante, di conoscere la piena verità", ha ricordato Mattarella.

 

"Si è parlato troppo dei colpevoli, le vittime hanno fatto la storia"

 In Italia "si è parlato molto dei terroristi e troppo poco delle vittime del terrorismo", ha osservato ancora il Capo dello Stato. "Si è molto parlato negli ultimi decenni dei terrorismi e dei terroristi. Della loro vita, dei loro complici, delle loro presunte ideologie, delle cause che han fatto da base alla loro scelta di lotta armata, Meno si è, invece, scritto e parlato della reazione unanime del popolo italiano. Meno dei servitori dello Stato, che hanno posto a rischio la propria vita per combattere violenza ed eversione. Meno di chi, nelle fabbriche, nelle università, nei vari luoghi di lavoro, ha opposto un no, fermo e deciso, a chi voleva ribaltare le regole democratiche. E ancor meno si è parlato del dolore, indicibile e irrecuperabile, delle famiglie a cui la lotta armata o i vili attentati hanno strappato un coniuge, un figlio, un genitore, un fratello o una sorella. Eppure sono state queste persone, non i terroristi, a fare la storia italiana".

 

"Fare memoria della lunga scia di attentati"

  "Celebriamo sempre con grande emozione, ogni anno, questa giornata. Per far memoria della lunga scia di attentati, stragi, delitti politici che ha insanguinato la storia della nostra Repubblica; e che ha trovato il suo momento di ricordo nella ricorrenza dell'assassinio di Aldo Moro, di cui ricorre oggi il 45° anniversario", ha poi sottolineato il presidente soffermandosi sulla sua figura. 

 

"Aldo Moro è stato un uomo pervaso dall'amore"

  Per Mattarella, infatti, "Aldo Moro è stato un uomo pervaso dall'amore e dal rispetto per la democrazia e per lo Stato, animato da spirito di libertà e di solidarietà".

 

"È stata - come Moro auspicava - la reazione morale del popolo italiano a fare la differenza, nella lotta ai terrorismi e all'eversione, facendo prevalere la Repubblica e la sua legalità. Un popolo che, nella sua stragrande maggioranza, ha respinto le nefaste velleità di chi avrebbe voluto trascinare l'Italia fuori dal novero delle nazioni libere e democratiche".

 

Per Mattarella questo "popolo, memore dei disastri della guerra, ha rifiutato con decisione l'uso della violenza come arma per la lotta politica. E che si è stretto attorno alle istituzioni, avvertite come presidio di libertà, diritti e democrazia. Lottando ovunque, nel posto di lavoro, all'interno della società. Scendendo persino in piazza per manifestarne la difesa".

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