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Terrorismo, Bari: convalidato il fermo del 20enne somalo | Voleva mettere una bomba in San Pietro il giorno di Natale

"Se Dio lo vuole, bisogna uccidere", ha detto agli investigatori. Sui social, in particolare su Facebook, il giovane avrebbe diffuso foto e post di "esaltazione al martirio"

Terrorismo, Bari: convalidato il fermo del 20enne somalo | Voleva mettere una bomba in San Pietro il giorno di Natale - foto 1
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Convalidato il fermo del 20enne somalo Mohsin Ibrahim Omar, arrestato a Bari nei giorni scorsi per i reati di associazione con finalità di terrorismo, istigazione e apologia del terrorismo, aggravate dall'utilizzo del mezzo informatico e telematico.

"Mettiamo bombe a tutte le chiese d'Italia", una delle frasi intercettate. Secondo gli inquienti, l'uomo, ritenuto un affiliato dell'Isis in Somalia, progettava di attaccare San Pietro per Natale.

Provvedimento urgente - "L'urgenza di eseguire il provvedimento restrittivo - spiegano gli investigatori - è stata dettata dai riferimenti all'elaborazione di possibili progettualità ostili in relazione alle imminenti festività natalizie e alle chiese, in quanto luoghi frequentati solo da cristiani".

Affiliato dell'Isis - Omar, noto come Anas Khalil, è ritenuto dalle agenzie per la sicurezza Aisi e Aise come affiliato al Daesh (Isis) in Somalia e in contatto con una sua cellula operativa. Sui social, in particolare Facebook, il giovane avrebbe diffuso foto e post di "esaltazione al martirio" e sono stati raccolti elementi relativi all'attività di "intenso indottrinamento su un altro straniero in corso di identificazione, al quale - dicono gli investigatori - impartiva vere e proprie istruzioni teorico-operative sul concetto di Jihad armato".

Attacco a San Pietro il giorno di Natale - "Il 25 dicembre adesso è ravvicinato". "Il 25 è Natale...dei cristiani...le chiese sono piene": sono questi i particolari che emergono dalle intercettazioni riportate negli atti giudiziari che hanno portato al fermo d'urgenza del 20enne somalo ch eprogettava di mettere "le bombe a tutte le chiese d'Italia", a cominciare da quella "più grande", la Basilica di San Pietro a Roma. E progettava di farlo in occasione del Natale. 

Le intercettazioni - Gli inquirenti della Dda di Bari hanno ricostruito l'intenzione di Anas Khalil di recarsi a Roma per Natale da alcune intercettazioni captate tra il primo e il 9 dicembre. "Mamma mia...ecco la Chiesa", dice il somalo aprendo "con ogni probabilità sul display del proprio smartphone la foto di San Pietro". "Però non è facile - gli risponde il suo interlocutore - sai com'è là il 24 e il 25 a Natale, che sta Papa, e tanta gente, è pieno pieno pieno". "È buono - dice il 20enne somalo - persone...pericolose, è buonissimo".

L'intenzione di andare a Roma - Il primo dicembre il 20enne "comincia a ragionare di progettualità operative" e già il giorno dopo si informa sulla distanza tra Bari e Roma e sugli eventuali mezzi di trasporto per raggiungere la Capitale. Nella conferenza stampa gli inquirenti hanno riferito di una ulteriore conversazione intercettata il 9 dicembre, in cui l'indagato pronuncia la data del 27, senza tuttavia specificare il mese. Proprio questo li ha convinti che "non c'era più motivo di aspettare".

Un anno fa aggredì un passante con una bottiglia - Mohsin Ibrahim Omar un anno fa cercò di aggredire un passante davanti alla stazione di Bari con una bottiglia di vetro rotta, dopo "essersi esaltato per aver ascoltato un canto jihadista". È quanto hanno ricostruito gli inquirenti della Dda, incrociando il contenuto di alcune intercettazioni con un episodio di cronaca raccontato dai media locali e mai denunciato. Il tentativo di aggressione risale alla notte tra il 7 e l'8 gennaio 2018 in piazza Moro. 

L'episodio non fu denunciato ma scritto su Facebook - Il passante riuscì a fuggire senza essere colpito e non denunciò l'accaduto limitandosi a raccontare l'episodio sulla pagina Facebook del sindaco di Bari. Due settimane fa, lo stesso Ibrahim Omar ha raccontato quella vicenda a tale "Fra", un soggetto in corso di identificazione che secondo gli inquirenti l'indagato stava indottrinando. "Ho sentito un video che hanno detto 'fate la guerra con questi bastardi...dove state...in paesi cristiani', stavo con una bottiglia", ha raccontato il 20enne, spiegando, appunto, di averla data in testa ad un uomo.