Spiavano cittadini, la polizia scopre e smantella due gruppi criminali | Con 20 euro si poteva guardare in diretta dentro case, palestre, piscine
Vasta operazione (denominata "Rear Window") che ha coinvolto gli agenti di almeno dieci città: undici indagati e perquisizioni da Ragusa a Treviso, da Roma a Milano
La polizia postale di Milano sgomina la banda degli spioni delle webcam
La polizia ha scoperto e smantellato due gruppi criminali che spiavano ignari cittadini.
L'operazione, che ha interessato 10 città su tutto il territorio nazionale, si è conclusa con altrettante perquisizioni domiciliari e informatiche e con il sequestro di un'ingente quantità di materiale informatico. Il sistema criminale era finalizzato alla violazione, mediante intrusioni informatiche, di impianti di videosorveglianza in case, palestre, piscine. Bastavano venti euro per guardare in diretta le immagini di un determinato impianto di sorveglianza.
Venti euro per le "dirette" in case, piscine, spogliatoi di palestre - Le organizzazioni si intrufolavano così nelle case private, nei camerini di grandi magazzini, negli spogliatoi di piscine e palestre, in studi privati. Utilizzavano due gruppi social, uno premium, in cui si potevano guardare immagini, anche di minori, che venivano condivise dagli amministratori, e un altro gruppo vip in cui, una volta ricevute le credenziali per cifre irrisorie, intorno ai 20 euro, si potevano guardare in diretta le immagini di un determinato impianto di videosorveglianza.
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Operazione "Rear Window" - Grazie all'operazione denominata "Rear Window", la polizia postale ha sgominato due gruppi criminali che spiavano ignari cittadini. L'articolata operazione - conclusa dalla Polizia Postale di Milano, con il coordinamento del Servizio Polizia Postale di Roma e della Procura della Repubblica di Milano - ha consentito di scoprire un complesso sistema criminale con l'obiettivo di violare impianti di videosorveglianza.
Undici indagati e dieci perquisizioni - L'obiettivo delle organizzazioni era quello di monetizzare, attraverso transazioni in criptovalute e servendosi prima di quello che viene definito il Facebook russo, cioè il social network VKontakte, per poi passare su Telegram. In totale ci sono 11 indagati e 10 sono le perquisizioni effettuate in altrettante città italiane, da Ragusa in Sicilia fino a Treviso, passando attraverso Roma e Milano. Una delle due organizzazioni criminali aveva l'obiettivo di investire proventi illeciti in strumentazioni tecnologiche sempre più sofisticate. Per l'altra invece sono state scopert transizioni finanziarie in criptovalute da 50mila euro.
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