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Omicidio Elena, lutto cittadino a Mascalucia nel giorno dei funerali

Le esequie della piccola di 5 anni uccisa dalla mamma celebrate dall'arcivescovo Luigi Renna: "Bimbi tornino al centro delle nostre vite. Non lapidiamo la madre".

L'addio ad Elena, una folla alla cattedrale di Catania

Lutto cittadino a Mascalucia (Catania), nel giorno dei funerali di Elena Del Pozzo, la bimba di 5 anni, uccisa dalla madre Martina Patti.

Sospese tutte le manifestazioni pubbliche e bandiere a mezz'asta in tutte le sedi comunali. Negozi, organizzazioni politiche, sociali e produttive e associazioni sportive sono state invitate ad esprimere la loro partecipazione al dolore della città con la sospensione delle attività, in segno di cordoglio. Le esequie, in streaming dalla cattedrale a Catania, celebrate dall'arcivescovo Luigi Renna che ha detto: "Bimbi tornino al centro delle nostre vite. Non lapidiamo la madre".

 

L'omelia dell'arcivescovo - L'entrata nella cattedrale della piccola bara bianca con sopra fiori bianchi è stata accolta da un lungo applauso delle persone che si sono alzate in piedi. A officiare il rito funebre l'arcivescovo metropolita di Catania Luigi Renna, che ha pregato appoggiando la mano sulla piccola bara.

 

"Un'ultima parola a tutti noi che, come giudici siamo pronti a lapidare sempre qualcuno che ha sbagliato. Ho letto su un muro della nostra città, nei pressi della Chiesa del Divino Amore, una frase che chiedeva riposo eterno per Elena e tormento eterno per la sua mamma. Non credo che la piccola Elena sarebbe d'accordo con quelle parole, come ogni bambino. E voi genitori, non insegnate la violenza delle parole ai vostri figli, né sui social, né sui nostri muri già abbastanza sporchi. Perché un bambino, quello che Gesù Cristo ha messo al centro, non è capace di concepire vendette, sedie elettriche, patiboli mediatici e, se impara queste cose, le impara da noi. I bambini sono "puri di cuore", dice Gesù Cristo e non sanno imbracciare né armi, né impugnare pietre". Queste le parole dell'arcivescovo Renna nell'omelia.

 

Davanti a una basilica stracolma di famigliari, amici l'arcivescovo ha poi aggiunto: "E se un domani ci dovessero essere altre vittime come la nostra piccola Elena, sarà perché qualcuno avrà seminato nel campo di Dio la gramigna dell'odio, della vendetta, della rabbia, dell'irrazionalità. Sforziamoci di seminare ciò che Cristo e ogni uomo animato da buona volontà spargono con abbondanza: misericordia, pietà, giustizia, dialogo, prevenzione di ogni forma violenza. Solo così non ci saranno più funerali come questo. Che la Vergine Santa e Sant'Agata prendano per mano la piccola Elena e pregano per tutti noi adulti, perché sappiamo allungarci, alzarci sulle punte dei piedi, per stare all'altezza dei bambini".
 

 

Le esequie - La questura di Catania, intanto, ha predisposto un servizio di ordine pubblico per consentire il regolare svolgimento del funerale della piccola. L'accesso al pubblico alla Basilica Cattedrale è stato permesso dall'entrata laterale di via Vittorio Emanuele raggiungibile soltanto percorrendo via Raddusa. L'ingresso principale è stato riservato soltanto al feretro e ai parenti della piccola.

 

La bara della piccola Elena è giunta nella cattedrale di Catania accolta da un applauso e da un volo di palloncini bianchi. Ad attendere il carro funebre circa trecento persone e sul sagrato una decina tra corone e cuscini di rose bianche, gialle, rosa e arancione. Ci sono anche due cuscini con le scritte "Le mamme di Hakuna Matata", la scuola che frequentava la bimba, e "Le maestre".

 

Ad accompagnare il feretro, in lacrime, il padre Alessandro, il nonno Giovanni, la zia Martina Vanessa e la nonna Rosaria Testa. Piazza Duomo e le aree intorno sono state transennate con presidio di polizia di stato, esercito e protezione civile.

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