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Messina, ancora furbetti del cartellino: 65 indagati

Obbligo di firma per 16 impiegati, incastrati dalle telecamere mentre timbravano per poi fare dietrofront

Sono tornati i furbetti del cartellino, o forse non sono mai mancati.

Questa volta è successo al Comune di Furci Siculo, in provincia di Messina, dove 16 dipendenti sono stati raggiunti da una misura cautelare perchè accusati di truffa in danno di ente pubblico e falsa attestazione mediante modalità fraudolente. In poche parole, timbravano il cartellino, ma non entravano al lavoro. La Procura di Messina ha fatto notificare ai 16 l'obbligo di firma e di presentazione alla polizia giudiziaria. In totale gli indagati sono 65, su 85 dipendenti, che per un paesino di 3400 abitanti non sono pochi.

La polizia fa sapere che i furbetti sono stati osservati dal giugno al luglio 2015, attraverso pedinamenti e appostamenti. Inoltre, sono stati incastrati dai filmati delle telecamere e dall'analisi dei registri interni

I dipendenti erano già stati ammoniti: varie le comunicazioni negli anni in cui si chiedeva di rispettare l'orario di lavoro. Invece, i filmati riprendono i lavoratori badgiare per sè e/o per i colleghi e poi andarsene. Alcuni si presentavano con le buste della spesa appena fatta. Altri magari al lavoro ci andavano, ma dopo aver timbrato il cartellino ore prima. 

Il caso più eclatante, però, è rappresentato da uno dei 16: di 26 giorni lavorativi - periodo in cui il suo comportamento è stato osservato attentamente - ne avrebbe saltato 25. Un altro dato pittosto grave è che per alcuni dipendenti sono state contate più di 150 ore di assenza. E, infine, si sono registrati casi di "pausa caffè" prolungata, forse un po' troppo: i 10 minuti previsti diventavano 20 ore.