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Messina Denaro, spuntano le chat pro Putin: "E' l'America ad attaccarlo, non il contrario"

Poi le critiche a Zelensky: "Pseudo presidente che sta facendo morire un sacco di civili per fare il megalomane, l'Occidente dovrebbe dirgli di dimettersi invece di fornire armi"

Il sostegno a Putin e la condanna dell'operato del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Negli audio inviati in chat a un'amica negli ultimi mesi di latitanza, Matteo Messina Denaro analizza così la crisi in Ucraina. "So che tu sei pro Ucraina, io invece sono pro civiltà - dice il boss dei boss alla donna -. Gli ucraini hanno torto e il primo di tutti è questo pseudo presidente (si riferisce a Zelensky, ndr). Uno zero, che sta facendo morire un sacco di civili per dare il megalomane, perché lui vorrebbe una guerra mondiale".

"Perché - si chiede il boss - invece di fornire armi, gli Stati occidentali non dicono a questo... di presidente di dimettersi?". Messina Denaro torna con la memoria alla metà degli anni 80, quando la sua famiglia ospitò due ragazze ucraine dopo il disastro di Cernobyl. "Erano molto ricche, sono state trattate su un vassoio d'argento, ma quando se ne andarono non si fecero più sentire. Mia madre cercò di contattarle, ma non diedero più risposta. Quella è gente così", dice nei messaggi riportati in esclusiva a "Non è l'Arena", su La7.

 

 

"Putin? Sono gli Stati Uniti ad attaccarlo"

 Poi le parole a sostegno di Vladimir Putin. "Non è lui che vuole mettere i missili in America, è il contrario: sono gli americani che vogliono mettere i missili da Putin. Ovviamente se Putin non fosse una potenza nucleare, l'America lo avrebbe già bombardato, come ha fatto in Libia. Il discorso nasce nel 2014, hanno fomentato un colpo di Stato, è salito questo, ed è da otto anni che uccidono persone nel Donbass. In questi anni sono morti migliaia di russi, ma tu non lo sapevi perché i giornali non dicono nulla. Ora se ne accorgono o perché i morti sono dall'altra parte".

 

I messaggi sulla malattia: "Il mio corpo mi ha tradito"

 Infine il passaggio sulla sua malattia, "che non avevo previsto" e che "non accetto". "Ancora io non riesco a capacitarmi", confida il boss all'amica conosciuta alla clinica "La Maddalena" dove era in cura e dove è stato arrestato il 16 gennaio. "Il mio corpo mi ha tradito, non lo sopporto. Io avevo una vita bellissima e non avevo previsto ciò, non ci avevo mai pensato. E non lo accetto, ma sono un guerriero e non lo dico per farmi coraggio o per retorica, ma perché non la do per vinta a nessuno, neanche all'intruso. Anche se la creatura è dura a morire".

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