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Mafia, clan voleva lanciare una lista civica: 8 arresti a Palermo

I carabinieri hanno intercettato le manovre del clan di Misilmeri per le amministrative: "Se non c'è una candidatura giusta noialtri restiamo sempre fuori da tutte le parti"

"Voglio fare una bella lista civica, senza partito". I carabinieri hanno intercettato le manovre del clan di Misilmeri per le amministrative in provincia di Palermo. In seguito alle indagini sono state arrestate 8 persone (6 in carcere e 2 ai domiciliari), con l'accusa di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsioni aggravate e violazione degli obblighi della sorveglianza speciale.

Il blitz è la prosecuzione di una inchiesta del Nucleo Investigativo di Palermo sul mandamento mafioso di Misilmeri-Belmonte Mezzagno che aveva già portato in cella 19 persone, tra cui Filippo Bisconti, poi divenuto collaboratore di giustizia, e Salvatore Sciarabba, ritenuti co-reggenti della cosca, Vincenzo Sucato, reggente della famiglia mafiosa di Misilmeri, recentemente morto in carcere per coronavirus, e Stefano Polizzi, reggente della famiglia mafiosa di Bolognetta.

 

L'indagine è andata avanti accertando il ruolo nel clan di Stefano Polizzi e Domenico Nocilla. Secondo gli inquirenti, quest'ultimo, insieme al figlio Claudio, faceva da autista a Sciarabba, che accompagnava in auto nei luoghi in cui il clan organizzava i summit.

 

L'inchiesta ha svelato i retroscena di due incontri organizzati da Sciarabba a casa di Carlo Noto, imbianchino incensurato. Uno dei summit è stato intercettato dai carabinieri che hanno registrato le conversazioni del presunto boss, da cui emerge il suo ruolo, come la necessità di ostacolare un imprenditore edile che forniva il cemento nel comune di Bolognetta senza il permesso di Cosa nostra.

 

La vicenda venne risolta e su ordine di Sciarabba Stefano Polizzi, al vertice della famiglia mafiosa di Bolognetta, impedì fisicamente ai camion dell'imprenditore di entrare sia nel territorio controllato dalla cosca che in quello del Comune di Marineo, facendo in modo che, da quel momento in avanti, le imprese si rivolgessero ad altre aziende per la fornitura del cemento. Sciarabba, inoltre, emerge dalle intercettazioni, avrebbe scontato il pizzo a un fornaio che aveva subito un grave lutto familiare.

 

Ascoltando in diretta il summit, i carabinieri hanno anche accertato che Nocilla, dopo aver chiesto l'autorizzazione a Sciarabba, avrebbe rilevato un negozio per farci lavorare i figli, e avrebbe chiesto al boss di inserire una persona di fiducia del clan in una lista civica, slegata dalle logiche di partito, per indirizzare le scelte dell'amministrazione in favore di Cosa nostra. "Voglio fare una bella lista civica, senza partito – diceva il boss – una lista con i cristiani giusti, se no non fai niente”. E ancora: "Se non c’è una candidatura giusta noialtri restiamo sempre fuori da tutte le parti". Sciarabba avrebbe rinviato la discussione, sostenendo che alle elezioni comunali mancavano tre anni.

 

Le indagini hanno scoperto anche un'estorsione di 12mila euro a una ditta edile impegnata nei lavori di costruzione di una palazzina a Misilmeri, e la restituzione a un imprenditore di un camion e un escavatore rubati in cambio di 2.800 euro.

 

Il provvedimento è stato notificato in carcere a Salvatore Sciarabba, 69 anni, e Giuseppe Bonanno detto Andrea, 60 anni, entrambi detenuti. Stefano Casella, 41 anni, già ai domiciliari, è finito in carcere, Carlo Noto, 54 anni, è sfuggito alla cattura perché da un anno vive negli Usa. Arrestati Claudio Nocilla, 45 anni, Alessandro Imparato, 43 anni. Per Giuseppe Rizzo, 71 anni e Giuseppe Contorno, 71 anni sono stati disposti i domiciliari.

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