Scricchiola il muro dell'omertà: prime verità sull'omicidio di Luca Sacchi
Domenico Marino Munoz, sentito nuovamente dai carabinieri, racconta della trattativa per la vendita di stupefacenti
Ci sono voluti quattro interrogatori, ma alla fine Domenico Marino Munoz, testimone oculare dell'omicidio di Luca Sacchi, avrebbe deciso di collaborare.
Spinto probabilmente dalla paura di essere indagato per favoreggiamento, ha aiutato gli inquirenti a ricostruire i fatti della sera del delitto, facendo luce sui passaggi della contrattazione per la vendita degli stupefacenti tra i ragazzi dell'Appio e i due pusher di San Basilio, Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, ora in carcere assieme a Marcello De Propris, l'uomo che aveva fornito a Del Grosso l'arma per uccidere Luca
L'inchiesta - Pare anche che la nuova confessione aggravi la posizione di Giovanni Princi, già in carcere per detenzione e spaccio di stupefacenti, e di Anastasia Kylemnyk, fidanzata di Sacchi a piede libero ma con obbligo di firma. Le dichiarazioni di Munoz sono ora considerate fondamentali per gli inquirenti perché il ragazzo nella deposizione parla finalmente delle contrattazioni per la compravendita di stupefacenti e ricostruisce gli scenari del delitto.
Il racconto - "Ho provato a fermare l' aggressore di Anastasia - ha raccontato - che Luca aveva spinto a terra, cioè Pirino, ma alla mia destra ho visto arrivare un altro che aveva la mano destra lungo il fianco (si tratta di Del Grosso) poi mentre camminava avvicinandosi a Luca, che in quel momento stava prestando soccorso ad Anastasia, l'ho visto alzare il braccio e puntare una pistola verso Luca. Spaventato, sono fuggito per nascondermi dietro un'auto». Che cosa faccia dopo il testimone non è ancora chiaro, ma una telecamera di sorveglianza lo riprenderebbe mentre parlotta con Princi fuori dal locale, in compagnia di una misteriosa accompagnatrice.
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