SI SONO PRESENTATI IN PROCURA

Scontri a Genova, agenti ammettono di aver colpito il giornalista de La Repubblica

Quattro poliziotti del Reparto mobile si sono presentati spontaneamente in procura per fornire la loro versione dei fatti sul pestaggio a Stefano Origone durante comizio di CasaPound

29 Mag 2019 - 21:47
 © ansa

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Due poliziotti hanno ammesso di avere colpito il giornalista de La Repubblica Stefano Origone durante gli scontri di Genova, mentre altri due hanno detto di non aver partecipato direttamente, ma di avere visto la scena solo alla fine. I quattro si sono presentati spontaneamente in procura, con i loro difensori Paolo Costa, Aldo Nappi e Rachele De Stefanis. Nel mirino della procura ci sarebbero anche altre due persone.

I quattro poliziotti del Reparto mobile di Genova hanno fornito la loro versione. Sono indagati per lesioni aggravate e sono stati sentiti dal sostituto procuratore Gabriella Dotto anche per ricostruire i fatti che hanno preceduto e seguito il pestaggio.

Il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi, che ha definito un "comportamento non accettabile" quell'azione, ha però voluto sottolineare la collaborazione della polizia. "Come procuratore non posso che compiacermi per la collaborazione della polizia che dà la misura di un senso istituzionale di elevato profilo. A differenza di quanto profetizzato da alcuni c'è stata un'ampia collaborazione dei dirigenti della Polizia nel consentire di arrivare a far chiarezza", ha spiegato.

L'indagine riguarda gli scontri tra antifascisti e polizia avvenuti durante un comizio di CasaPound. C'è stretto riserbo sui contenuti degli interrogatori ma è chiaro che dovranno essere valutate le posizioni e i comportamenti di ciascuno e in particolare attribuire "un'identità a ogni condotta" visto che Origone "ha ricevuto prima un colpo di manganello, poi un calcio, poi altri colpi mentre era a terra". Il procuratore ha anche spiegato che "le indagini potrebbero anche essere estese ad altri comportamenti analoghi".

La collaborazione istituzionale serve per allontanare gli spettri del G8. La decisione dei poliziotti di presentarsi in procura "non è stato un suggerimento partito da noi", dice il procuratore. "Abbiamo solo spiegato che questo sarebbe stato un aiuto per le indagini ma anche per l'immagine della polizia, non facciamo trattative con nessuno".

A 19 anni dai tragici incidenti del G8, dalle lunghe indagini che ne seguirono e dai rapporti a volte difficili tra amministrazione della polizia di Stato e Procura di Genova, le cose sembrane cambiate. "Questo dimostra - ha aggiunto Cozzi - che la visita dell'anno scorso del capo della polizia Franco Gabrielli in questi uffici non era solo fatta di parole e dimostra che c'è fiducia nel lavoro di questo ufficio, che non fa proclami ma accerta con equilibrio, pacatezza e rigore".

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