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Ma Coldiretti avverte: rischia un pesante colpo l'intero indotto delle vacanze in montagna: prima della pandemia valeva 8 miliardi l'anno
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Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato l'ordinanza con cui si differisce la riapertura degli impianti sciistici al 18 gennaio 2021. Nei giorni scorsi, le Regioni e le Province autonome avevano chiesto attraverso una lettera del presidente della conferenza, Stefano Bonaccini, un rinvio della riapertura in vista di un allineamento delle linee guida al parere espresso dal Cts.
La soddisfazione di Regioni e Province autonome - Il governo ha quindi accolto le richieste di Regioni e Province autonome, che esprimono la loro soddisfazione per la decisione. "Oltre all'approvazione del protocollo, per cui aspettiamo la definitiva validazione del Cts - scrivono gli enti locali in una lettera - avevamo chiesto una data certa per permettere all'intero mondo della montagna invernale di prepararsi a dovere. Ora si può finalmente ripartire in sicurezza", E definiscono quella del 18 gennaio "una data di apertura credibile e seria".
Rifugi, malghe e agriturismi a rischio - Il prolungamento della chiusura delle piste da sci potrebbe però avere effetti sull'intero indotto delle vacanze in montagna, dall'attività dei rifugi alle malghe fino agli agriturismi già duramente colpiti dal lockdown di Natale e Capodanno, secondo quanto afferma la Coldiretti definendo lo slittamento al 18 gennaio "un duro colpo al business delle vacanze invernali sulla neve che, prima della pandemia, valeva oltre otto miliardi all'anno".
Coldiretti: pesanti effetti sull'alloggio - A pagare il prezzo più salato alle limitazioni, sottolinea la Coldiretti, sono le strutture impegnate nell'alloggio, nell'alimentazione, nei trasporti, divertimenti, shopping e souvenir secondo l'analisi della Coldiretti con un terzo della spesa destinata alla tavola. Secondo l'associazione, il crollo delle spese turistiche invernali rischia infatti di dare il colpo di grazia al settore più duramente colpito dalla pandemia, ma anche alla sopravvivenza delle tante attività collegate