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Scandalo pedofilia a Monaco, la lettera di Papa Ratzinger: "Grandissima colpa della Chiesa ma non dipingetemi come bugiardo"

Il Papa emerito parla anche della sua morte: "Presto mi troverò di fronte al giudice della mia vita". 

E' destinata a fare molto rumore la lettera scritta dal papa emerito Benedetto XVI in relazione agli abusi sessuali e pedofili compiuti da preti a Monaco nel periodo in cui Joseph Ratzinger era arcivescovo proprio nella città tedesca.

Ratzinger parla di "grandissima colpa" per chi commette abusi ma anche per chi non li affronta. Benedetto XVI chiede quindi scusa: "Posso solo esprimere nei confronti di tutte le vittime di abusi sessuali la mia profonda vergogna, il mio grande dolore e la mia sincera domanda di perdono". E poi un passaggio sulla morte: "Ben presto mi troverò di fronte al giudice ultimo della mia vita. Confido fermamente che il Signore non è solo il giudice giusto, ma al contempo l'amico e il fratello che ha già patito egli stesso le mie insufficienze".

Pedofilia nella Chiesa bavarese: lo scandalo e la lettera di Benedetto XVI

 

Benedetto XVI affida ad una lettera molto profonda e rivolta a tutta la Chiesa, la sua personale "confessione", dopo la pubblicazione, il 20 gennaio, del Rapporto sugli abusi sessuali nell'arcidiocesi di Monaco e Frisinga che lui stesso presiedette da giovane arcivescovo. In una delle parti più intense dello scritto, reso noto oggi dalla Sala Stampa della Santa Sede.

 

 

Il perdono per le vittime di pedofilia - Nella Lettera a commento del rapporto sulla pedofilia nella diocesi di Monaco ricorda i suoi incontri con le vittime nei viaggi apostolici da Pontefice e scrive: "Come in quegli incontri, ancora una volta posso solo esprimere nei confronti di tutte le vittime di abusi sessuali la mia profonda vergogna, il mio grande dolore e la mia sincera domanda di perdono. Ho avuto grandi responsabilità nella Chiesa cattolica. Tanto più grande è il mio dolore per gli abusi e gli errori che si sono verificati durante il tempo del mio mandato nei rispettivi luoghi. Ogni singolo caso di abuso sessuale è terribile e irreparabile. Alle vittime degli abusi sessuali va la mia profonda compassione e mi rammarico per ogni singolo caso". 

 

 

Colpito essere stato presentato come un bugiardo - Il Papa emerito Joseph Ratzinger prosegue la sua lettera dicendosi"colpito" del fatto di essere stato presentato come "un bugiardo" per la "svista" contenuta nella memoria presentata ai legali autori del rapporto. Benedetto XVI ringrazia i collaboratori del lavoro fatto: "Vorrei ringraziare in particolare il piccolo gruppo di amici che, con abnegazione, per me ha redatto la mia memoria di 82 pagine per lo studio legale di Monaco, che da solo non avrei potuto scrivere". "Nel lavoro gigantesco di quei giorni - l'elaborazione della presa di posizione - è avvenuta una svista riguardo alla mia partecipazione alla riunione dell'Ordinariato del 15 gennaio 1980. Questo errore, che purtroppo si è verificato, non è stato intenzionalmente voluto e spero sia scusabile", sottolinea Ratzinger riferendosi alla correzione già fatta sul tema lo scorso 24 gennaio. "Esso nulla toglie alla cura e alla dedizione che per quegli amici sono state e sono un ovvio imperativo assoluto. Mi ha profondamente colpito che la svista sia stata utilizzata per dubitare della mia veridicità, e addirittura per presentarmi come bugiardo. Tanto più mi hanno commosso le svariate espressioni di fiducia, le cordiali testimonianze e le commoventi lettere d'incoraggiamento che mi sono giunte da tante persone", conclude il Papa emerito. 

 

 

"Presto sarò davanti al giudice ultimo" - Papa Benedetto XVI parla anche della sua morte. "Ben presto mi troverò di fronte al giudice ultimo della mia vita. Anche se nel guardare indietro alla mia lunga vita posso avere tanto motivo di spavento e paura, sono comunque con l'animo lieto perché confido fermamente che il Signore non è solo il giudice giusto, ma al contempo l'amico e il fratello che ha già patito egli stesso le mie insufficienze e perciò, in quanto giudice, è al contempo mio avvocato". "In vista dell'ora del giudizio - scrive ancora Ratzinger - mi diviene così chiara la grazia dell'essere cristiano. L'essere cristiano mi dona la conoscenza, di più, l'amicizia con il giudice della mia vita e mi consente di attraversare con fiducia la porta oscura della morte", confida Joseph Ratzinger. 

 

"Dio perdoni la nostra grandissima colpa" - "Mi colpisce sempre più fortemente che giorno dopo giorno la Chiesa ponga all'inizio della celebrazione della Santa Messa - nella quale il Signore ci dona la sua Parola e se stesso - la confessione della nostra colpa e la richiesta di perdono. Preghiamo il Dio vivente pubblicamente di perdonare la nostra colpa, la nostra grande e grandissima colpa. È chiaro che la parola 'grandissima' - scrive ancora il Papa emerito -  non si riferisce allo stesso modo a ogni giorno, a ogni singolo giorno. Ma ogni giorno - sottolinea - mi domanda se anche oggi io non debba parlare di grandissima colpa. E mi dice in modo consolante che per quanto grande possa essere oggi la mia colpa, il Signore mi perdona, se con sincerità mi lascio scrutare da Lui e sono realmente disposto al cambiamento di me stesso".
 

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