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La cella era "troppo piccola": risarcito con 15mila euro Piras dell'Anonima Sarda

Il bandito, condannato allʼergastolo, era in carcere dal 1980, quando decise di costituirsi. Il legale aveva presentato ricorso per il trattamento disumano ricevuto in carcere

La cella era
tgcom24

Il bandito sardo Piero Piras, ergastolano condannato per sequestri e omicidi e protagonista della banda Anonima Sarda, ha ottenuto dal Tribunale civile di Cagliari 15mila euro di risarcimento per il trattamento ritenuto disumano ricevuto durante la detenzione.

In carcere dal 1980, quando decise di costituirsi, Piras aveva fatto ricorso per il poco spazio a disposizione in cella, 3 metri quadri al posto dei 4 previsti.

Piero Piras, 75 anni, 33 dei quali trascorsi in carcere, era considerato uno dei banditi più temuti. Ora dovrà essere risarcito dallo Stato di 15mila euro più gli interessi legali per aver ricevuto, come si legge nel ricorso presentato dal suo avvocato, un trattamento "inumano e denigrante". La sua cella non era conforme a quanto prescritto dalla Convenzione Europea dei diritti dell'uomo. Il legale di Piras aveva denunciato dimensioni troppo piccole della stanza, caldo afoso, condizioni igieniche ai minimi e la presenza di parassiti di ogni genere, chiedendo un risarcimento di quasi 100mila euro. Nella sentenza l'importo è stato notevolmente ridimensionato, ma il giudice del Tribunale di Cagliari ha comunque dato ragione a Piras, obbligando il Ministero della Giustizia a pagare per gli oltre 12mila giorni scontati in carcere.

Piras fu condannato per la strage di Lanusei del 15 agosto 1972, durante la quale morirono cinque persone durante un tentativo di sequestro, e per il rapimento dell'avvocato sassarese Alberto Maria Saba.