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Cagliari, a scuola bagni separati per i due piccoli migranti

Alcuni genitori hanno chiesto e ottenuto dalle suore servizi distinti per i due alunni dalla pelle scura: temono malattie esotiche o abusi sulle bambine. Lʼistituto ha poi revocato la scelta

Due piccoli migranti di 9 e 11 anni, da poco giunti in Italia, sono stati affidati alle cure di due avvocati di Cagliari che li hanno iscritti a scuola, nella quinta elementare della parificata delle Figlie della Mercede.

Nell'istituto però, alcuni genitori e bambini li hanno isolati e chiesto alle suore bagni separati per i due bambini dalla pelle scura: temono che portino malattie oppure che siano più grandi dell'età dichiarata.

I due ragazzini hanno fatto un lungo viaggio dall'Egitto e dall'Etiopia, ma nel nostro paese sono arrivati con la nave militare che li salvati dalle onde del Mediterraneo. I loro genitori probabilmente non ce l'hanno fatta e sono morti in mare.

Come riporta "La Stampa", le avvocatesse Marina Bardanzellu e Antonella Taccori hanno denunciato subito il caso. Come riferisce Taccori, "i compagnetti sono stati poco socievoli, durante la ricreazione o i momenti in giardino i nostri bambini sono stati subito isolati, non solo perché non sono ancora in grado di parlare l'italiano. Il comportamento degli altri ragazzini, evidentemente, riflette ciò che hanno sentito dire in casa dai loro genitori. La mia collega già da qualche giorno sapeva che i bambini frequentavano bagni diversi, io l'ho scoperto solo due giorni fa. Adesso speriamo che la scuola ritorni a essere il laboratorio dell'integrazione".


Ma per alcuni genitori però, presunte ragioni di profilassi e sicurezza vengono prima dell'accoglienza: "Perché non siamo stati avvisati dell'arrivo di alunni stranieri? - ha chiesto un padre durante l'assemblea scolastica. "Perché le suore non ci hanno interpellato prima di accettare l'iscrizione di questi bambini". Gli fa eco una mamma: "Noi non sappiamo quanti anni abbiano i due alunni africani. Non hanno documenti, non ci fa piacere pensare che le nostre figlie siano in classe con ragazzini più grandi. Non ci sentiamo sicuri". Un altro papà racconta la genesi della ghettizzazione: "Si era sparsa la voce che avessero almeno 14 anni e per questo abbiamo chiesto almeno bagni separati".


E qualcuno si è spinto oltre chiedendo persino i certificati medici, nel timore che dall'Egitto e dall'Etiopia avessero portato con sé fantomatiche malattie sconosciute. Spiega ancora l'avvocato Taccori: "Non è accettabile che i genitori dei compagni pretendano il referto medico degli altri bambini. Non accade quando un compagnetto ha la tosse e questo ci dimostra che le nostre preoccupazioni sulla salute nascondevano vero razzismo".


Le suore dal canto loro, si difendono: "Ci sono tante toilette in questa scuola, i bambini forse si sono separati volontariamente, è stato solo caso. Nessuna divisione decisa e ordinata da noi. E comunque adesso è arrivato il momento di spegnere questa polemica, prima che i piccolini si rendano conto di quello che sta succedendo intorno a loro".


Anche i compagni di classe raccontano la loro versione dei fatti, molto diversa da quella allarmistica dei genitori. Un ragazzino conferma l'invito paterno a praticare il razzismo:  "Mio padre mi ha detto di stare lontano da quei due bambini, mi ha detto che potevano avere malattie pericolose", salvo poi riportare alla realtà tutta la vicenda, con l'innocenza e la sincerità di cui solo i piccoli sono capaci. Conclude infatti: "A me però, stanno molto simpatici: non parlano italiano, ma ci capiamo a gesti. E poi sorridono sempre".