A "Quarto Grado" la deposizione di Shabbar Abbas che cambia versione e accusa i cugini di Saman
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Nel corso della puntata di "Quarto Grado" è stato trasmesso in esclusiva un video della deposizione, avvenuta nel carcere di Modena lo scorso 19 aprile, fatta dal padre di Saman Abbas, Shabbar, in presenza del PM e dei suoi avvocati.
Shabbar contesta la sentenza di primo grado, in cui lui e la moglie Nazia Shaheen (appena arrestata dalla autorità pakistane e in attesa di estradizione) sono stati condannati all'ergastolo per l'omicidio della figlia Saman. L'uomo racconta un'altra, inedita, versione dei fatti consumatisi a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, risalenti al 1° maggio 2021.
La sentenza, che ha condannato a 14 anni di reclusione anche lo zio di Saman, Danish, ha assolto i cugini della ragazza, Ikram Ijaz e Nomanulhaq: ed è proprio contro questi ultimi che si scaglia Shabbar, che li accusa di aver commesso il delitto insieme a Danish. Ai magistrati, Abbas racconta che lui aveva solo ordinato una spedizione punitiva nei confronti del fidanzato della figlia, Saqib. E afferma di essere stato minacciato nel caso avesse raccontato la verità.
"È vero che Saman è morta e che è stata uccisa. Ma è anche vero, che non è stata uccisa da una sola persona: quella sera ce n'era più di una. Come ha fatto Danish a fare quella buca da solo? Ha usato due badili? C'era qualcun altro: due o tre persone. Danish e i miei nipoti hanno ucciso mia figlia. Non ho parlato fino a ora per salvare mio figlio. Il papà di Ikram, suo zio, è tutta gente pericolosa. Sono persone molto pericolose. Mi dicevano: "c'è tuo figlio, te n'è rimasto uno, non accusare nostro figlio…"" ha raccontato Shabbar.
Shabbar racconta di aver chiesto una spedizione punitiva nei confronti di Saqib: "Io avevo detto di non picchiarlo forte, in modo da non far arrivare l'ambulanza, ma solo di picchiarlo per fargli paura. Quando ho chiamato Danish lui mi ha detto che sarebbero andati tutti e tre: lui, insieme ai cugini di Saman, Ijaz e Nomanulhaq".
"Io voglio solo giustizia, per mia figlia. Rimango in carcere, non c'è problema, tanto fuori non ho più niente. Quando sento in televisione che io e mia moglie abbiamo ammazzato nostra figlia, mi fa molto male" ha concluso Shabbar Abbas.