SCOMPARSO NEL 1994

Roma, scavi sotto la Casa del Jazz: si cercano i resti del giudice Adinolfi

Il magistrato sparì misteriosamente il 2 luglio 1994, quando uscì da casa sua a Roma, in via della Farnesina, e di lui si persero le tracce. Aveva avuto una lunga carriera alla sezione Fallimentare del tribunale della capitale

13 Nov 2025 - 12:15
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Ricominciano da sottoterra le indagini sulla scomparsa del giudice Paolo Adinolfi, di cui non si hanno più notizie dal 2 luglio 1994. E' infatti iniziata un'operazione di scavi sotto la Casa del Jazz, a Roma, per cercare i resti del magistrato, e ad avviarla sono stati carabinieri e polizia, con l'ausilio dei cani molecolari. L'intervento è stato disposto dalla prefettura dopo la riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato in seguito a una richiesta dell’ex magistrato Guglielmo Muntoni. L’obiettivo è ispezionare quelle gallerie mai esplorate prima, nella speranza di individuare elementi utili a ricostruire un caso rimasto irrisolto. La Casa del Jazz ha sede in un immobile confiscato alla criminalità organizzata e riconducibile a Enrico Nicoletti, considerato il cassiere della banda della Magliana. I lavori, avviati giovedì mattina, sono stati sospesi per riprendere venerdì. 

La scomparsa il 2 luglio del 1994

 Mai in passato le gallerie sotto la Casa del Jazz erano state esplorate. A richiedere di ispezionare le gallerie è stato l'ex giudice Guglielmo Muntoni. Adinolfi era scomparso misteriosamente 31 anni fa, all'età di 52 anni. Da poco era diventato giudice della Corte d'appello e veniva da una lunga carriera al tribunale di Roma nella sezione Fallimentare: aveva lavorato su casi molto delicati, anche legati alla criminalità. La scomparsa risale al 2 luglio 1994, quando uscì dalla sua casa di via della Farnesina e non fece più ritorno. Da quel momento, è buio fitto sulla sua sorte. 

La ricostruzione del giorno della sparizione

  Uscendo aveva salutato la moglie e le aveva detto che sarebbe tornato per pranzo. E invece, sparì per sempre. Nella sua lunga carriera si era occupato di molte aziende anche di livello nazionale. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, quella mattina Adinolfi si era recato nella biblioteca del tribunale civile di Roma, dove aveva raggiunto lo sportello bancario interno alla struttura per trasferire un conto corrente nell'agenzia allora presente in appello a via Varisco. 

In bus verso la casa della madre

 Poi sarebbe salito, secondo alcune testimonianze, su un bus per raggiungere l'abitazione della madre nel quartiere Parioli. In quello stabile, nella cassetta postale, furono poi rinvenute le chiavi di casa e dell'auto. Discordi le informazioni su cosa sia accaduto successivamente. Alcuni testimoni riferirono di averlo incontrato su un altro bus che dai Parioli portava verso la stazione Termini, nell'area su di Roma. 

La Banda della Magliana tra le piste seguite

 Molte le piste seguite negli anni per tentare di accertare i motivi della scomparsa: si parlò di un malore, della perdita della memoria, di un rapimento legato ad alcuni casi di cui si era occupato come giudice fallimentare. E, tra le piste, anche quella legata alla Banda della Magliana legata alla bancarotta della società Fiscom, che aveva presunti legami con personaggi della criminalità organizzata tra cui il "cassiere" Nicoletti. Le indagini, affidate per competenza alla Procura di Perugia, si sono sempre chiuse con archiviazioni. 

Il figlio: "Ora dobbiamo solo aspettare"

 "Ora dobbiamo solo aspettare. Non si può dire altro", dice il figlio Lorenzo Adinolfi lasciando la Casa del Jazz.

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