E' successo il 27 febbraio a Taranto. La vittima è Cosimo Motolese. Il ragazzo dopo l'arresto ha confessato: "Ho difeso mia madre"
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Tragedia familiare a Taranto. L'agguato avvenuto ieri sera, 27 febbraio, nella città pugliese, in realtà è stato il triste epilogo dell'ennesima lite in casa. A uccidere Cosimo Motolese, di 55 anni, è stato il figlio che ha sparato alcuni colpi di pistola centrandolo alla testa. Per la vittima non c'è stato scampo. Il ragazzo, arrestato dai carabinieri, è intervenuto per difendere la madre. L'uomo aveva bisogno di soldi per comprare una dose ed era diventato violento.
Eneo Motolese, di 19 anni, ha confessato tutto ai militari. Dalle testimonianze raccolte, era già emerso che i rapporti col genitore, uscito dal carcere di recente, erano caratterizzati da continui litigi. Cosimo Motolese, in passato vicino al clan Modeo, era stato condannato in un maxi processo ai danni della mala tarantina.
La confessione: "Ho difeso mia madre" - Il 19enne ha detto di aver difeso sua madre e se stesso dalle continue aggressioni del padre, che dopo la scarcerazione aveva iniziato a drogarsi e chiedeva denaro ai familiari con atteggiamenti molto violenti. Il giovane ha confessato dopo un lungo interrogatorio. Era stato portato in caserma dai carabinieri poiché la sua testimonianza era risultata poco convincente. Nel corso delle perquisizioni è stata poi rinvenuta e sequestrata l'arma utilizzata per l'omicidio, una pistola semiautomatica marca Colt con matricola cancellata, occultata dal giovane in un terreno incolto del quartiere Paolo VI, poco distante dall'abitazione della vittima e prossimo alla facoltà di Ingegneria. Dove hanno trovato anche i vestiti macchiati di sangue.