Reati contro Pubblica amministrazione, arrestati due sindaci in Puglia | Escort a un consulente in cambio di favori
Ventisette gli indagati nellʼinchiesta di un giro di assunzioni e tangenti. Contestati i reati di associazione per delinquere, truffa, corruzione, finanziamento illecito dei partiti, e infine anche favoreggiamento della prostituzione

I carabinieri hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari nei confronti di 12 persone, tra cui due sindaci, uno di Torchiarolo e l'altro di Villa Castelli, Nicola Serinelli e Vitantonio Caliandro, nel Brindisino, e due vicesindaci, uno di Poggiorsini (Bari) e l'altro di Torchiarolo (Brindisi). Sono accusati di reati contro la Pubblica amministrazione.
Quello che è emerso dalle indagini è un giro di assunzioni e tangenti negli appalti per i rifiuti urbani e un sistema che prevedeva anche il finanziamento illecito di liste civiche per le elezioni comunali a Torchiarolo e Villa Castelli (Brindisi). Ventisette le persone coinvolte. I reati contestati sono associazione per delinquere, corruzione, truffa, finanziamento illecito dei partiti, falsa testimonianza e favoreggiamento della prostituzione
Spunta anche una escort - Sembra infatti che una prostituta fosse stata messa a disposizione da due imprenditori a un consulente tecnico di alcuni Comuni pugliesi nel giro di mazzette per ottenere appalti. La donna sarebbe stata assoldata dai due imprenditori del settore rifiuti finiti in carcere, Pasquale Leobilla e Angelo Pecere. La donna figurava come dipendente della società sotto inchiesta, la Reteservizi Srl, e sarebbe invece stata messa a disposizione di un consulente tecnico di alcuni Comuni pugliesi, Giuseppe Velluzzi, che è tra gli arrestati.
Oltre a prestazioni sessuali, Velluzzi avrebbe ricevuto anche denaro per favorire indebitamente la società negli appalti pubblici. Questo sarebbe avvenuto sia a Carovigno (Brindisi), sia nei Comuni di Biccari (Foggia), di Isole Tremiti (Foggia) e di Poggiorsini (Bari). La donna, di nazionalità straniera, sarebbe stata accompagnata dall'aeroporto di Bari all'hotel di Carovigno dove soggiornava e le sarebbe stata procurata la clientela, tra cui, secondo il pm, anche pubblici ufficiali legati a Leobilla. La escort avrebbe ricevuto vitto e alloggio e un falso contratto di lavoro per avere la residenza a Carovigno.
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