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Trovata la mummia di Nefertari: è al museo Egizio di Torino

Gli archeologi ne sono sicuri: tra i resti della ricca collezione della città sabauda ci sono le gambe della sovrana, la moglie favorita del faraone Ramses II

E' stata identificata la mummia di uno dei personaggi simbolo dell'antico Egitto.

La regina Nefertari si trova nel Museo Egizio di Torino, dove alcuni archeologi internazionali sono convinti che siano conservate le gambe della sovrana. Secondo il team di esperti coordinati dall'Università britannica di York, ciò che resta del corpo della moglie preferita del faraone Ramses è conservato nei saloni della ricca collezione.

Lo studio pubblicato su Plos One scrive infatti che, secondo studi e analisi, le gambe della regina, oggi esposte in una teca, sono tra i resti conservati nella sconfinata raccolta della città sabauda, tra statue, dipinti e naturalmente mummie e sarcofagi.

Gli esperti prendono in esame una serie di fattori per dimostrare che quei resti appartengono al personaggio diventato leggenda: dalla lunghezza delle ossa all'età, alle caratteristiche fisiche. Per l'identificazione sono state effettuate sofisticate analisi chimiche, antropologiche, genetiche, oltre alla datazione al radiocarbonio. Inoltre, dalle verifiche risulta che i materiali utilizzati per imbalsamare le gambe siano in linea con i metodi usati nella mummificazione del XIII secolo avanti Cristo.

La tomba di Nefertari era stata individuata all'inizio del secolo scorso, nella Valle delle Regine, dall'archeologo Ernesto Schiaparelli, che ritrovò il sarcofago distrutto, anch'esso conservato proprio a Torino, come anche le calzature e alcuni frammenti del corredo funebre. Rimanevano anche alcune parti del corpo, e oggi sono state individuate proprio le ossa che sono riconducibili alla figura della regina.

Le analisi dicono che si tratta di una donna tra i 40 e i 50 anni, e accanto a lei c'erano probabilmente altre mummie. Secondo gli esperti, i resti furono smembrati, ma tutte le verifiche effettuate portano alla conclusione che quelle ossa appartengono proprio a lei, alla sovrana d'Egitto.