RESPINTO IL RICORSO DELLA COPPIA

Cassazione respinge il ricorso dei "genitori-nonni": la figlia va tolta

"Sono inadeguati, l'anzianità non c'entra", chiarisce la Suprema Corte. La bimba, a poco più di un mese, lasciata sola in auto dal padre 70enne

08 Nov 2013 - 18:22
 © ansa

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La bambina lasciata sola in macchina, a un mese e 18 giorni, dal padre che si stava preparando per uscire, è stata dichiarata adottabile dalla Cassazione, che ha precisato: non c'entra l'età avanzata dei genitori (lui ha 70 anni, lei 57). Ma la Suprema Corte ha tolto la piccola alla coppia non per l'età, ma per la disattenzione nei confronti della bambina. Respinto il ricorso dei due per riavere la piccola, nata attraverso fecondazione assistita.

"Genitori inadeguati, bimba è adottabile" - "L'età dei genitori - si legge nella sentenza - non riveste rilevanza alcuna ai fini della valutazione di mancanza di assistenza, presupposto dell'abbandono e della conseguente pronuncia di adottabilità". Ad avviso dei supremi giudici, la Corte d'appello di Torino con sentenza del 22 ottobre 2012 ha reso una "motivazione adeguata e non illogica", dichiarando l'adottabilità della piccola, dal momento che ha evidenziato con la consulenza dei periti "una situazione di mancanza di assistenza (e dunque di abbandono) da parte dei genitori, fondata su presunzioni precise e concordanti".

"Ma l'età avanzata è irrilevante" - Ad avviso della Suprema Corte la coppia, che vive a Mirabello Monferrato (Alessandria) aveva "una grave ed irreversibile inadeguatezza in relazione alle esigenze di sviluppo della minore". "Questo, è necessario ribadirlo, del tutto indipendentemente dall'età dei genitori: le inadeguatezze riscontrate potrebbero essere tali anche in soggetti di assai più giovane età".

La piccola venne lasciata sola in auto - L'episodio costato a padre e madre la sottrazione della figlioletta si riferisce a quando i loro vicini di casa trovarono nell'auto del padre della coppia la piccola di un mese e 18 giorni che piangeva. Chiamato dai vicini, il padre affermò "che la situazione era sotto controllo: la piccola era in auto e lui la stava raggiungendo per andare a incontrare la madre che era da un'amica e tutti insieme sarebbero tornati a casa".

"Sottovalutazione delle esigenze della bimba" - Ad avviso dei giudici di merito quel che è più grave non è tanto il fatto in sé "quanto il comportamento di genitori caratterizzato da notevolissima sottovalutazione delle esigenze della bimba, essendo padre e madre soltanto preoccupati di giustificarsi rispetto ai terzi". Per la Cassazione, inoltre, non può giocare a favore della richiesta della coppia, di riavere la propria figlia, la circostanza di essere stati assolti in sede penale dall'accusa di abbandono di minore in quanto "si tratta di una assoluzione per mancanza di dolo, che non esclude certo la sussistenza di una colpa".

La perizia sul padre - Dalle consulenze alle quali erano stati sottoposti padre e madre era emerso che "le capacità cognitive e il livello intellettivo" del genitore non era "interessato da processi di deterioramento legati all'età", tuttavia "il suo desiderio di paternità" sembrava "soprattutto espressione di adeguamento ai desideri della moglie, piuttosto che una sua scelta personale e totalmente condivisa". La perizia sottolineava inoltre "una totale sottovalutazione delle problematicità e delle difficoltà di crescita di un minore": in conclusione il padre aveva "una totale incapacità di rapportarsi concretamente all'esperienza della genitorialità".

E quella sulla madre - Quanto alla madre, in base alla perizia, erano "assenti segni di disturbo psichiatrico", ma manifestava tuttavia "una costante negazione di qualsiasi problema, che porta a vedere tutti gli interventi di terzi, preoccupati per la sua bambina, come interventi non motivati, inutili e dettati solamente dal pregiudizio per l'età". A giudizio della perizia la madre, con la nascita della bambina, aveva realizzato solo "un processo narcisistico" senza percepire la piccola "come un elemento reale di investimento affettivo".

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