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Asti, a Natale raccolta di beni "per le famiglie italiane in difficoltà": scoppia la polemica

Discriminatoria e provocatoria per qualcuno l'iniziativa del gruppo locale di Fratelli d'Italia che rimanda al mittente le accuse

Asti, a Natale raccolta di beni "per le famiglie italiane in difficoltà": scoppia la polemica - foto 1
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"Ci mettiamo a disposizione e mettiamo a disposizione la nostra Sede, per chiunque volesse donare indumenti, giocattoli e pannolini per le famiglie italiane, del nostro territorio, che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese con l'obiettivo di essere al fianco dei più bisognosi".

Inizia così il comunicato della sezione di Asti di Fratelli d'Italia che annuncia "la campagna Natale solidale Siamo Tutti Fratelli" per la raccolta di beni di prima necessità per nuclei di origine italiana in difficoltà economiche. A bocciare il progetto, tacciandola di scorrettezza per la selezione delle famiglie che si fa in base alla nazionalità, proprio il Nodo antidiscriminazione del Comune di Asti, attivo dal 2017.

 

Ad Asti il Natale solidale solo per famiglie italiane, con la raccolta di beni di FdI - Fratelli d'Italia si difende dalle accuse che additano questa azione solidale come razzista: "La nostra iniziativa non è né provocatoria né discriminatoria, bensì ha l'obiettivo di aiutare i nostri connazionali più deboli e dimenticati, le famiglie che vivono al di sotto della soglia di povertà, e, proviamo, nel nostro piccolo, ad aiutare con azioni concrete i cittadini in difficoltà che stanno soffrendo".

 

"La generosità e il cuore degli astigiani è sicuramente grande, per questo auspichiamo che tante persone aderiscano anche a questa nuova raccolta straordinaria. I beni donati aiuteranno famiglie, disoccupati e pensionati", si legge ancora nel comunicato di FdI, diffuso su Facebook dal consigliere comunale Carlotta Accomasso. 

 

 

"Fratelli d'Italia Asti, - conclude, infine, la nota - si occuperà, poi, di consegnare quanto raccolto in forma privata, direttamente alle famiglie bisognose del territorio e alle parrocchie del Comune cittadino che sapranno come e a chi distribuire i beni raccolti".

 

E proprio la Chiesa locale cerca di mantenere le distanze dalle polemiche. "L'elemento dell'intervento cristiano è il bisogno, non ci sono altri criteri", commenta il vescovo Marco Prastaro a La Stampa, aggiungendo: "La solidarietà cristiana parte dal Vangelo, dove c'è un'indicazione molto chiara".

Prova a stemperare gli animi anche il coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia, Luigi Giacomini. "L'idea - assicura a La Stampa - non è quella di discriminare nessuno, anzi. L'iniziativa è rivolta a chi è tracciato all'anagrafe, indipendentemente dall'origine o dall'etnia. Cioè a quella fascia di persone che non rientra nella definizione di profughi, una categoria che è già aiutata da tante associazioni". Ma, in conclusione, anche un profugo verrebbe aiutato: "Se avesse davvero bisogno e non avesse trovato l'aiuto di nessuno - conclude a La Stampa Giacomini -, lo accoglieremmo a braccia aperte".

 

"Non abbiamo mai lasciato indietro nessuno, né lo lasceremo, indipendentemente da origine ed etnia". Così prova a chiudere il caso il sindaco di Forza Italia Maurizio Rasero.

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