Una app sul cellulare: così Filippo Turetta spiava Giulia Cecchettin
© Withub
© Withub
Il file, cancellato, è stato poi recuperato dagli esperti. Turetta, a cui è contestata anche la crudeltà, spiava l'ex fidanzata con un'app installata sul cellulare
Filippo Turetta spiava Giulia Cecchettin con un'app installata sul cellulare della ragazza, e aveva pianificato il delitto e la fuga "almeno dal 7 novembre", 4 giorni prima dell'omicidio. È quanto emerge dall'atto di accusa che i pm di Venezia hanno notificato mercoledì a Turetta, e nel quale viene contestata una crudeltà "chiaramente eccedente l'intento omicida". Giulia, ricordano infatti i magistrati, è stata uccisa con 75 coltellate, di cui una ventina alle mani mentre cercava di difendersi, e fu colpita più volte anche al volto.
© Tgcom24
La giovane, secondo la procura, fu accoltellata anche all'interno dell'auto sui sedili posteriori, quando già si stava dissanguando, dopo che l'ex fidanzato l'aveva già colpita con un fendente letale, mentre lei stava tentando di fuggire nella zona industriale di Fossò. È l'ipotesi sulla dinamica della morte che emerge dalle analisi medico-legali e scientifiche.
Turetta si era appuntato in un file sul computer, cancellato ma poi recuperato dagli esperti informatici, "come legare Giulia, con il nastro adesivo mani, caviglie, ginocchia e anche come tapparle la bocca". L'ex fidanzato aveva costruito "nel dettaglio" il suo "spietato piano criminoso". Nelle ricerche su internet fatte da Turetta, scrive Il Corriere della Sera, c'erano voci come "nastro isolante, manette, cordame, badile, sacchi neri".
© Withub
© Withub
Per l'uccisione di Giulia, Turetta avrebbe usato almeno due coltelli: quello trovato spezzato nel parcheggio vicino a casa della ragazza, e quello repertato nella sua auto, dopo l'arresto in Germania. Ma, emerge dalle indagini, non si esclude che ne avesse "un terzo, poi scomparso". Quanto all'enorme numero di colpi sferrati da Filippo (75), solo due sarebbero stati quelli mortali, uno al collo e l'altro al petto; gli altri avrebbero prodotto tagli imprecisi o da difesa.
Nel capo d'accusa notificato a Turetta dal pm Andrea Petroni, si scrive che le ricerche di materiali utili al piano criminoso fatte sul web dal 22enne iniziarono "almeno il 7 novembre" - l'omicidio risale alla notte dell'11 - ma è probabile, secondo i magistrati, che Filippo meditasse il rapimento e l'uccisione di Giulia "da più tempo", nelle lunghe giornate passate a casa senza fare null'altro che non fosse pensare alla ragazza, che l'aveva lasciato, e a controllarne i movimenti sui social con l'uso di applicazioni informatiche.