LA PRESA DI POSIZIONE

Nicole Pravadelli: “Mai chiesto l’affido esclusivo di mio figlio, voglio tutelare la nostra privacy”

Il legale: ci riserviamo di presentare appello una volta lette le motivazioni della sentenza

14 Nov 2025 - 16:30
 © ansa

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“Io e il mio avvocato non siamo chiaramente felici dell’esito dell’udienza di ieri ma ci riserviamo di depositare un appello, lette le motivazioni della sentenza”. A parlare è Nicole Pravadelli, a margine della sentenza di primo grado nel procedimento che la vede contrapposta ad Alex Britti. Il suo legale, Luisa De Martino, ha chiesto ai media di tutelare “la privacy della mia assistita ed in primis del figlio minore, evitando che si continui a trattare tale vicenda sui giornali, ma che venga affrontata solo nelle sedi legali”.

Pravadelli chiarisce un punto che lei ritiene fondamentale. “La cosa che più mi preme precisare come il mio legale ha scritto in lettere di rettifica e replica ai giornali (e che purtroppo leggo addirittura nei titoli delle testate) è il fatto che io non abbia mai chiesto durante tutta la causa civile un affidamento esclusivo, tantomeno usando il video citato! La richiesta di valutazione dell’affido migliore per mio figlio, rispetto a quello condiviso in essere, con collocamento prevalente presso il padre, sono richieste avanzate dalla controparte, in secondo grado, nel procedimento civile. Richieste non accettate fortunatamente dalla Corte di Appello. Mi ritrovo a dovermi difendere nelle aule del tribunale penale, a causa di una denuncia presentata dal padre di mio figlio”.

La donna aggiunge di aver scelto la linea del silenzio finora. “Non avrei mai voluto parlare ai giornali, cosa che infatti è stata evitata fino ad oggi, ma mi vedo costretta a dover difendere la privacy di mio figlio in primis e la mia, chiedendo quindi di interrompere la pubblicazione di articoli nei quali non venga raccontata, oltretutto tutta la verità.  La verità è molto lontana da quello che si legge sui quotidiani, quando non si conosce anche il rovescio della medaglia. Sono molto addolorata e stanca di subire, di leggere bugie. Stanca di dovermi difendere da un caso che è diventato mediatico, e che invece vede al centro la vita di mio figlio e la mia. In tutto ciò non viene considerato, anzi non mi è stato mai chiesto, il mio punto di vista, la mia opinione, e non è stata per nulla considerata la sofferenza umana che si cela, dietro la intera vicenda”.

A proposito del contesto personale Nicole Pravadelli ricorda che “è stata una separazione molto difficile e dolorosa per le tante cattiverie subite e le verità taciute. Non mi sento di parlare ora, qui, di quanto accaduto in passato e di quanto stia accadendo. Forse un giorno racconterò la mia verità anche ai giornali, per ora rimango nel mio silenzio, e chiedo per favore rispetto.  Allo stato continuerò a tutelare mio figlio e me stessa, come finora fatto, nelle sedi opportune gridando la mia verità, e senza creare un caso mediatico nel rispetto di un minore che ritengo abbia il diritto di vivere la propria infanzia serenamente e per il quale lotto quotidianamente e costantemente. Grazie per il tempo dedicatomi e mi scuso per il grido e forse lo sfogo”.

Sul caso torna anche il legale. “La mia assistita - dice Luisa De Martino - precisa di non aver mai chiesto l'affido esclusivo del figlio minore, (che è stato invece avanzato dal papà nel procedimento civile di secondo grado, non accolto dalla Corte di Appello) e che la vicenda penale in questione trae semplicemente origine dalla querela presentata dal papà di suo figlio”.