La sua Cagliari piange l'uomo che ha portato la Sardegna nella rivoluzione digitale di tutta la Penisola
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È morto all'età di 76 anni, Nicola Grauso, per tutti Nichi, editore cagliaritano, uno dei pionieri della storia di internet in Italia con "Video on line". Grauso era malato da tempo. Iniziò la sua attività nel 1975 con Radiolina, una delle prime radio private in Italia e poi entrò nel mondo della tv con l'emittente Videolina. Dieci anni più tardi l'espansione anche nel mondo dell'informazione cartacea con l'acquisto del quotidiano L'Unione Sarda, tra i primi al mondo nella versione online. Negli anni Novanta diede vita al primo internet provider globale d'Italia: Video On Line.
Nel 1975 fondò Radiolina, tra le prime radio libere d'Italia. Pochi mesi dopo lanciò Videolina, la prima tv privata sarda. Due strumenti che rivoluzionarono l'informazione regionale sfidando il monopolio della Rai. Nel 1985 acquistò L'Unione Sarda. Nel 1994 il quotidiano fu il primo in Europa e secondo al mondo dopo il Washington Post a sbarcare online: nacque unionesarda.it. Un'intuizione che lo consacrò tra i precursori dell'informazione digitale.
Nei primi anni '90 creò Video On Line, primo internet provider globale italiano, con l'ambizione di portare il web nei luoghi più remoti del mondo, dalla Sardegna alla Cina. “Avevamo fatto un tour del web in oltre 40 nazioni”, ricordava. Negli anni Duemila si trasferì in Polonia: acquistò in compartecipazione Zycie Warszawy e fondò l'emittente televisiva Polonia 1. Tornato in Italia, nel 2004 fondò Epolis, giornale gratuito distribuito in decine di città italiane, con base a Cagliari.
Nel 1997 fondò il Nuovo Movimento e fu eletto consigliere regionale. Si candidò anche a sindaco di Cagliari nel 1998. Nel 2010 propose la costruzione di una moschea nel parco archeologico di Tuvixeddu: “Un simbolo di pace”, disse. Negli ultimi anni aveva parlato apertamente della sua malattia e denunciato le carenze della sanità sarda. “La nostra terra va difesa con rigore e serietà”, disse in una delle sue ultime interviste. E ancora: “La rete doveva essere liberatoria. In parte lo è stata, ma oggi è altro. E sbaglio, lo so, se compro un posacenere su Amazon invece che in un negozio sotto casa”.
Con la morte di Nichi Grauso scompare un protagonista della modernizzazione dell'informazione italiana. La sua eredità resta nei progetti che ha creato e nell'ispirazione lasciata a chi guarda avanti, come lui ha sempre fatto.