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Migranti, la Cei boccia gli hotspot in mare: "Dare loro un futuro"

"Quelle morti in mare sono uno schiaffo alle democrazie europee". E Salvini replica: "Sbagliato accogliere tutti. Bisogna fermare le partenze per evitare nuove stragi"

I vescovi dicono no agli hotspot in mare per i migranti, proposti dal Viminale.

"Sono una brutta copia dei luoghi di trattenimento di persone - dice il segretario della Cei monsignor Nunzio Galantino in un'intervista a Repubblica -. I profughi salvati hanno il diritto di avere un futuro". E aggiunge: "Quelle morti in mare sono uno schiaffo all'Europa". Pronta la replica di Salvini: "Parole sbagliate. Molto meglio evitare quelle partenze".

Monsignor Galantino sottolinea che "le organizzazioni internazionali a tutela dei diritti umani, come anche la Fondazione Migrantes e la Caritas Italiana, hanno già ricordato che i migranti salvati in mare hanno il diritto, sulla base di una storia personale e non di una lista di cosiddetti 'Paesi sicuri', di presentare domanda d'asilo e al ricorso se una domanda non venisse accolta".

Ricorda poi che evidentemente "sulle navi questo percorso di protezione internazionale non è possibile. Come non è pensabile l'utilizzo di navi destinate al soccorso per far stazionare nel Mediterraneo migliaia di persone in attesa di una non precisata destinazione. A meno che le si voglia riportare nei porti della Libia e dell'Egitto, condannandole a nuove forme di sfruttamento".

Salvini: "Galantino sbaglia" - Il leader della Lega non ci sta e ad Agorà dice che il problema va fermato prima. "Mille morti in una settimana evidentemente sono una strage nel Mar Mediterraneo che è diventato una fossa comune - dichiara -. Sarebbe più conveniente evitare le partenze, bloccarle e individuare prima della partenza, e quindi prima delle morti, chi ha diritto di arrivare in Italia nei campi. Lo ha scritto, ma non lo ha fatto, Renzi. Su monsignor Galantino, io penso che le sue siano parole sbagliate".

Mattarella: garantire sicurezza e dignità ai migranti - "Nella gestione dei continui flussi di persone in fuga da guerre, persecuzioni e povertà spetta ai Prefetti un ruolo essenziale per coordinare le attività di primo soccorso e di assistenza, per garantire condizioni generali di sicurezza e di rispetto della dignità umana, per favorire la sistemazione più adeguata nelle diverse realtà". Lo afferma Sergio Mattarella nel messaggio ai Prefetti per il 2 giugno, sottolineando che si stanno realizzando "positive esperienze di accoglienza e di inclusione, con l'inserimento dei profughi anche in progetti di utilità sociale".