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Messina Denaro, decisiva la "pista del tumore" | Indagato il medico che lo aveva in cura

Determinante per l'arresto la "pista Bonafede" e l'identikit clinico realizzato dagli investigatori: un uomo di circa 60 anni, affetto da un tumore importante al colon

Messina Denaro, decisiva la "pista del tumore" | Indagato il medico che lo aveva in cura - foto 1
polizia

La cattura di Matteo Messina Denaro è stata resa possibile anche e soprattutto seguendo la "pista del tumore" e delle cure pubbliche alle quali si è sottoposto il boss.

Il blitz dei carabinieri del Ros alla clinica La Maddalena di Palermo è scattato alle 8:20 del 16 gennaio, non appena i database della struttura hanno registrato l'ingresso di Andrea Bonafede, l'alias di Messina Denaro. Determinante per l'arresto l'identikit clinico realizzato dagli investigatori, che attraverso una serie di dettagli ha permesso di risalire alla vera identità del malato oncologico: un uomo di circa 60 anni, affetto da un tumore importante al colon, operato per quella patologia nel 2020, in piena pandemia.

 

La pista Bonafede

 Giovedì Bonafede era giunto nella clinica per sottoporsi alla visita di controllo e al trattamento chemioterapico. Il sospetto che in realtà si trattasse di Messina Denaro era già maturato qualche mese prima nella mente degli inquirenti. Per questo al momento dell'ingresso del paziente Bonafede nel sistema informatico, è scattata la maxi operazione di 150 militari che ha portato all'arresto del superboss di Cosa Nostra.

 

Messina Denaro e l'alias di Andrea Bonafede, pm: "Documento d'identità non un falso grossolano"

Il boss Matteo Messina Denaro utilizzava la carta d'identità del geometra Andrea Bonafede, 59 anni, di Campobello di Mazara. Sul documento, in cui risultava nato il 23 ottobre 1963 e dove sarebbe stato residente in via Marsala, il superlatitante aveva apposto la sua foto. "Le generalità utilizzate da Matteo Messina Denaro (con il nome Andrea Bonafede, ndr) non si rivelano falsificazioni grossolane", ha dichiarato il pm della procura di Palermo Paolo Guido. Con questo nome il latitante più ricercato d'Italia ha prenotato delle prestazioni sanitarie presso la clinica La Maddalena di Palermo, dove è stato individuato e arrestato. Diffusa anche la scheda con cui l'ultimo dei Corleonesi era registrato nella clinica palermitana, con il codice fiscale collegato ai dati relativi ad Andrea Bonafede. Messina Denaro è nato invece a Castelvetrano il 26 aprile 1962. Il vero Andrea Bonafede, rintracciato e interrogato, non avrebbe risposto alle domande degli investigatori. I carabinieri hanno sequestrato, infine, tutte le cartelle cliniche relative al boss a "La Maddalena": in esse, anche sotto forma di file, c'è tutto il percorso medico del paziente operato a Marsala prima per tumore al colon, poi nella clinica palermitana per metastasi al fegato.

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La cattura: "Lei è Messina Denaro?"

 Dopo aver bloccato tutte le uscite della struttura sanitaria, i carabinieri hanno cominciato a identificare tutte le persone presenti nell'edificio, alla ricerca del sedicente Bonafede. Nel frattempo Messina Denaro si stava sottoponendo al tampone anti-Covid. Dopodiché ha deciso di non recarsi subito nel reparto delle cure, ma di uscire all'esterno per recarsi al bar vicino insieme a Giovanni Luppino, l'uomo che l'ha accompagnato in auto da Mazara del Vallo. Notando la somiglianza con le foto viste e riviste in anni di indagini, un ufficiale Ros gli si è avvicinato. Anche se avesse voluto provare a fuggire, il boss era ormai stato individuato. "Lei è Messina Denaro?", gli ha chiesto il colonnello. "Lei lo sa chi sono", ha risposto il latitante, prima di rivelare definitivamente la sua identità.

 

 

Le indagini sul tumore

 Alla base della complessa operazione che ha condotto all'arresto del super boss c'è stata una segnalazione, seguita da diverse intercettazioni telefoniche delle persone più vicine al boss. Domande sulle metastasi epatiche di tumori al colon, riferimenti al morbo di Crohn, informazioni sulla chemioterapia. Non c'era ovviamente l'ufficialità né la certezza che si trattasse di Messina Denaro, ma la pista da seguire era quella.

 

 

Controlli a tappeto nei database nazionali

 La ricerca sui database sanitari nazionali, e soprattutto siciliani, ha preso il via circa tre mesi fa. Una sfida non facile per gli investigatori, dato che al ministero della Salute non esiste una banca dati unica per i malati oncologici. Esiste però un database in cui, in modo anonimo, vengono registrate le patologie dei pazienti. Ed è lì che è stata individuata la scheda sospetta di un 60enne con metastasi gravi e un tumore al colon, che viveva probabilmente in Sicilia. Le indagini si sono fatte più specifiche e, circa un mese fa, sulla scrivania dei carabinieri è comparso il nome decisivo di Andrea Bonafede, lo stesso del nipote di uno dei più fidati collaboratori di Messina Denaro.

 

Indagato il medico che aveva in cura "Bonafede" - Alfonso Tumbarello, di 70 anni, il medico che aveva in cura Andrea Bonafede, alias Matteo Messina Denaro, è indagato nell'ambito dell'arresto del super latitante. Tumbarello è di Campobello di Mazara ed è stato per decenni medico di base in paese, sino a dicembre, quando è andato in pensione. Tumbarello sino a qualche mese fa è stato medico del vero Andrea Bonafede, di 59 anni, residente a Campobello di Mazara e avrebbe prescritto le ricette mediche a nome dell'assistito. I carabinieri hanno perquisito le abitazioni di Campobello, di Tre Fontane e l'ex studio del medico che è stato anche interrogato.

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