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Strage di via D'Amelio, 29 anni dopo | Il presidente Mattarella: "La memoria rinnova l'impegno contro la mafia"

Il 19 luglio 1992 furono uccisi a Palermo il magistrato Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta

La memoria della strage di via D'Amelio, nella quale il 19 luglio 1992 furono uccisi Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta, "suscita tuttora una immutata commozione". A dirlo è il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, secondo il quale il ricordo "rinnova la consapevolezza della necessità dell'impegno comune per sradicare le mafie, per contrastare l'illegalità, per spezzare connivenze e complicità che favoriscono la presenza criminale".

Il nuovo murale - Con il murale che ritrae il giudice Paolo Borsellino è stata completata "La porta di Giganti", un'opera della Fondazione Giovanni Falcone, realizzata dall'artista Andrea Buglisi con il contributo della Regione Lazio. E' l'ultimo capitolo del progetto Spazi Capaci-Comunità Capaci, un'iniziativa della Fondazione Falcone che, attraverso l'arte, si propone di rinnovare il rapporto tra le città e i cittadini, curato da Alessandro de Lisi. Il murale che riproduce il volto del giudice ucciso in via D'Amelio il 19 luglio del 1992 insieme agli agenti della scorta Eddie Walter Cosina, Emanuela Loi, Claudio Traina, Agostino Catalano e Vincenzo Li Muli, è stato realizzato su una superficie di oltre novecento metri quadrati, su un palazzo di sei piani in via Sampolo, in prossimità dell'aula bunker del tribunale di Palermo, teatro del maxiprocesso alla mafia, accanto al grande ritratto di Giovanni Falcone, completato il 23 maggio.

 

 

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