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Delitto di Ancona: condannata per l'omicidio dei suoi genitori, Martina Giacconi potrà vivere nella loro casa

I parenti credono nellʼinnocenza della giovane, 15 anni allʼepoca dei fatti, e le lasciano in eredità lʼabitazione di mamma e papà, uccisi a colpi di pistola dal fidanzato di lei

Delitto di Ancona: condannata per l'omicidio dei suoi genitori, Martina Giacconi potrà vivere nella loro casa - foto 1
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Lei è in carcere per l'omicidio dei genitori, uccisi dal suo fidanzato che lei stessa fece entrare in casa, ad Ancona, per poi fuggire con lui.

Non ha mai ammesso la sua colpevolezza e mai accettato la condanna (16 anni, ormai definitivi). E adesso Martina Giacconi, all'epoca dei fatti quindicenne, ha ricevuto in eredità quella stessa casa dove viveva con mamma e papà perché gli altri familiari le credono e hanno rinunciato a tutto per lei.

Sono passati tre anni dal delitto del 7 novembre 2015 messo in atto dal 18enne Antonio Tagliata, che uccise Roberta Pierini e Fabio Giacconi a colpi di pistola. E adesso il giudice dei minori ha formalmente assegnato la casa alla ragazza. Martina diventerà quindi ufficialmente proprietaria di quei locali dove i suoi genitori furono trucidati perché disapprovavano la relazione tra la figlia e quel giovane sbandato che non studiava né lavorava.

I familiari, come racconta la Repubblica, prendono tutti le parti di lei. Dal nonno paterno, Sergio Giacconi, che assicura "Martina è innocente", agli zii Flavia Giacconi, Serenella e Massimo Pierini, secondo i quali è giusto che la ragazza possa contare su quella casa tra una decina d'anni, quando potrà uscire di prigione.

Quanto ai giudici che hanno seguito la vicenda in questi anni, avevano inizialmente sequestrato quell'appartamento e poi lo avevano tolto a Martina. Poi però i familiari avevano rinunciato a chiedere per lei la cosiddetta "dichiarazione d'indegnità" aprendo così la strada al ricorso in Cassazione dell'avvocato di lei. I familiari hanno poi firmato la rinuncia a quell'abitazione e così il giudice dei tribunale dei minorenni l'ha dovuta assegnare alla ragazza. Una mossa che apre la strada anche alla possibilità che le vengano riconosciuti i Tfr dei genitori. Fin qui non le è stato versato niente perché è stata opposta la dichiarazione di indegnità, ma a questo punto scatta il ricorso anche per avere quei soldi e l'avvocato della ragazza Paolo Sfrappini è convinto di potercela fare.