Mani pulite, Di Pietro: "Fermati perché toccavamo i piani alti del potere"
L'ex pm dell'inchiesta Tangentopoli: "Non è un giorno di festa 30 anni dopo, il Paese era malato di corruzione endemica"
I numeri di Tangentopoli, lʼinchiesta che 30 anni fa segnò lʼItalia
"Ci volevano fermare.
Si sono messi in azione appena hanno capito che stavamo per arrivare ai piani alti del potere. Mani pulite è stata bloccata anche perché, mentre stavamo indagando sui bauscia del Nord, siamo andati a toccare quelli che avevano contatti con la mafia al Sud". Lo scrive Antonio Di Pietro, ex pm di Mani pulite, nel trentennale dell'avvio dell'inchiesta Tangentopoli. "Sono passati 30 anni - continua - ma mi pare che aprendo il giornale ogni mattina sia tutto uguale a prima".
"Non è un giorno di festa 30 anni dopo", sottolinea Di Pietro. "Prima di andarmene vorrei mettere tutto in Rete affinché qualcuno un giorno possa leggere, per vedere quella diversa verità rispetto a quello che è stato raccontato. Sono una vergogna per il Paese i ladri, i corrotti, gli evasori fiscali, i mafiosi o chi, come me, li ha scoperti con l'inchiesta Mani Pulite?".
"Il Paese era malato di corruzione endemica" - "Noi abbiamo fatto quello che fa un qualsiasi medico radiologo quando vai a fare i raggi per vedere se hai una malattia; abbiamo scoperto che il nostro Paese era malato di corruzione endemica", scrive l'ex magistrato molisano. "Ci volevano fermare. Si sono messi in azione appena hanno capito che stavamo per arrivare ai piani alti del potere. Da allora a oggi l'unica cosa che è cambiata è che adesso c'è desolazione da parte dell'opinione pubblica. Dalla fine della Prima Repubblica sarebbero dovute emergere nuove idee e persone che le portassero avanti. Invece da quell'inchiesta è nato un grande vuoto e sono comparsi personaggi rimasti sulla scena politica più per se stessi che per altro".
Tangentopoli, 30 anni fa l'arresto di Mario Chiesa e il via a "Mani pulite"
Mario Chiesa
Mario Chiesa
Mario Chiesa con Bettino Craxi
Mario Chiesa con Antonio Di Pietro
3 novembre 1995. Da sinistra a destra i magistrati della procura di Milano Francesco Greco, Francesco Saverio Borrelli,, Gherardo Colombo e Ilda Boccassini.
10 giugno 1993. I tre magistrati del poll di Milano, Gherardo Colombo, Antonio Di Pietro e Piercamillo Davigo
Il procuratore generale di Milano, Francesco Saverio Borrelli, con il procuratore della Repubblica Gerardo D'Ambrosio
Antonio Di Pietro
12 dicembre 1996. Manifestazione a sostegno dei magistrati davanti al palazzo di giustizia di Milano
Piercamillo Davigo
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