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Mafia, commissione del Viminale arrivata in Comune a Bari per indagare | Foto con parenti di un boss, Decaro: "Non sapevo chi fossero"

Spunta uno scatto del sindaco con sorella e nipote di un capomafia. Il presidente dell'Antimafia replica a Emiliano: "Parole sbagliate". Meloni difende Piantedosi. Conte: "Aneddoto di Emiliano non è edificante". Emiliano: "È una cosa di 18 anni fa"

È arrivata al Comune di Bari la commissione di accesso nominata dal Viminale che dovrà valutare eventuali infiltrazioni mafiose all'interno dell'amministrazione.

E a proposito della polemica politica innescata dalla decisione del ministero dell'Interno è arrivato anche il commento di Giorgia Meloni: "Le accuse di utilizzare politicamente queste misure le rinvio al mittente. Noi non abbiamo fatto nessuna forzatura. Avremmo fatto una forzatura se non avessimo disposto un accesso ispettivo che sarebbe stato disposto nella stessa condizione per qualsiasi altro comune italiano". Secondo il presidente del Consiglio le accuse lanciate contro il ministro Piantedosi sono "vergognose".

Mafia, commissione del Viminale arrivata in Comune a Bari per indagare | Foto con parenti di un boss, Decaro: "Non sapevo chi fossero" - foto 1
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La commissione, nominata dal ministro Piantedosi, è composta da Claudio Sammartino, prefetto in quiescenza; Antonio Giannelli, viceprefetto; Pio Giuseppe Stola, maggiore dello Scico della Guardia di finanza. 

 

Meloni: "Su Bari accuse a Piantedosi sono vergognose"

 "Penso che le accuse rivolte al ministro Piatendosi siano francamente vergognose. Penso che il ministro abbia agito correttamente. L'accesso ispettivo che è stato disposto dal Ministero dell'Interno non è pregiudizialmente finalizzato allo scioglimento: è una verifica che va fatta. Ed è esattamente la stessa misura che sarebbe stata utilizzata nei confronti di qualsiasi altro comune". Lo ha detto il premier Giorgia Meloni a margine della iniziativa di Campobasso per la firma con la Regione dell'Accordo sui fondi di coesione e sviluppo.

 

Spunta una foto sui social di Decaro con la sorella di un boss

 Arriva dai social la foto pubblicata da Il Giornale e La Verità che ritrarrebbe il sindaco di Bari Antonio Decaro con una delle sorelle del boss Antonio Capriati e con la figlia della donna. L'immagine è stata pubblicata da quest'ultima sui social il 7 maggio 2023, in occasione della festa di San Nicola, patrono della città. La foto è stata commentata da diversi esponenti di centrodestra, tra cui il capogruppo di FdI alla Camera, Tommaso Foti, e quello di FI al Senato, Maurizio Gasparri, che chiedono a Decaro di fare chiarezza.

 

Decaro: "Non sapevo chi fossero, foto fatta in strada come tante"

 In una diretta social il sindaco di Bari Antonio Decaro replica alla fotografia pubblicata da "Il Giornale" e "La Verità". "Stamattina mi sono svegliato e ho trovato la mia faccia su alcuni giornali nazionali e con accostata tra l'altro al termine mafia. Quando ho visto questa fotografia ho oscurato i volti delle due signore. Io mi sono chiesto chi fossero e la prima cosa che ho fatto ho contattato le persone con le quali lavorato in questi anni sul tema del contrasto alla criminalità organizzata e anche dell'antimafia sociale. Ho chiamato innanzitutto l'ex comandante della stazione dei carabinieri della città vecchia e poi il l'ex dirigente della Polizia di Stato. E abbiamo avuto difficoltà a rintracciare chi fossero queste due persone in fotografia". "Poi ho chiamato don Franco, il parroco della cattedrale, e abbiamo capito tutti insieme che sono due persone che diciamo sono parenti eh del boss Capriati ma che non hanno nulla a che fare con il resto della famiglia", aggiunge.

 

Presidente Antimafia: "Sbagliate le parole di Emiliano"

 Il presidente della Commissione Antimafia, Chiara Colosimo, è invece intervenuto sulle parole pronunciate da Michele Emiliano su Decaro. "Vere, false o fraintese, queste parole sono profondamente sbagliate e a mio avviso sarebbe un atto di profonda maturità politica riconoscerlo trasversalmente e allo stesso tempo dire una cosa facile. Cioè che tutte le volte che uno subisce una minaccia, chiunque questi sia, deve denunciare. Su cosa farà l'Antimafia, anche per eventuali audizioni sul tema, si esprimerà l'ufficio di presidenza perché io non intendo mai entrare in commenti su indagini o accessi in corso".

 

 

Emiliano: "È una cosa di 18 anni fa" 

  "Siete stati a casa Capriati oppure no? "Noi abbiamo deciso di istituire la Ztl a Bari Vecchia. E io e Antonio (Decaro, ndr), più Antonio di me, abbiamo girato per Bari Vecchia in lungo e in largo per spiegare le ragioni del provvedimento. In una di queste occasioni, ho certamente parlato con la signora Capriati", ha detto il governatore della Puglia, Michele Emiliano. Alla domanda se non ci fosse Decaro, il presidente della Regione ha risposto:  "Sinceramente, io ci ho parlato sicuramente e ho parlato delle resistenze molto forti che Decaro stava trovando per istituire la Ztl". "Se sto facendo marcia indietro rispetto a quanto detto sul palco? No, però siccome è una cosa di 18 anni fa, se Antonio mi ha detto che non ricorda di essere stato accanto a me, è possibile che lui abbia ragione", ha aggiunto. Non era meglio andare in procura? "No, in questa caso noi avremmo montato una situazione nella quale la procura, secondo me, non avrebbe potuto fare assolutamente nulla", ha sottolineato Emiliano.

 

Conte: "Aneddoto di Emiliano non è edificante"

 "Non ho trovato l'aneddoto raccontato da Emiliano né divertente né edificante. Noi siamo per la legalità e la trasparenza. Decaro fa bene a rendersi disponibile alla commissione di accesso e, ove richiesto, a offrire tutti i chiarimenti. L'azione amministrativa deve essere trasparente. Si è già dichiarato disponibile a farlo, bene così, qualsiasi delucidazione deve essere fornita". Lo ha detto il presidente del M5s, Giuseppe Conte, intercettato a Montecitorio. La commissione? "Si è già insediata, adesso spetta a Decaro fornire tutta la collaborazione che è stata richiesta per rendere conto del suo buon operato". 

 

Le undici domande poste dal centrodestra al sindaco Decaro

 Sono 11 le domande che i parlamentari di centrodestra vogliono rivolgere al sindaco di Bari, Antonio Decaro, per chiarire la posizione del Comune rispetto alla malavita organizzata. I quesiti sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa. I parlamentari vogliono sapere perché il sindaco non si sia reso conto "di ciò che accadeva nella municipalizzata Amtab", finita sotto commissariamento, e perché non abbia mai voluto discutere in Aula della situazione dell'azienda.

 

Chiedono anche perché Decaro "lo scorso 27 febbraio, un giorno dopo gli arresti, abbia consentito a molti consiglieri della sua maggioranza di uscire dall'Aula" e perché non abbia reso noto agli stessi "consiglieri e alla città la narrazione del presidente dimissionario di Amtab, Perichella". Le domande successive sono sul perché il sindaco non racconti "il motivo delle dimissioni continue del management di Amtab negli ultimi otto mesi" e perché non accolga "l'invito del centrodestra a convocare una seduta monotematica del consiglio comunale per discutere dei 130  arresti". I parlamentari vorrebbero inoltre sapere perché Decaro, "negli ultimi otto anni come presidente dell'Anci, non abbia mai fatto obiezioni sui 137 accessi disposti dal Viminale, qualificando come atto di guerra quello di Bari" e perché continui a "sfuggire ai confronti". Vorrebbero sapere perché il sindaco rinneghi "ogni rapporto di conoscenza con Maria Carmen Lorusso" e con "Giacomo Olivieri, con il quale ha condiviso le primarie del 2014". L'undicesima domanda riguarda la foto pubblicata da alcuni quotidiani, che ritrae il sindaco con due donne che sarebbero la sorella e la nipote del boss Capriati" (a cui però il sindaco ha già risposto, ndr).

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