Treno deragliato a Pioltello, lo stato della rotaia incriminata
© Ansa-Centimetri
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Dipendenti, tecnici e mananger della società nel mirino dei giudici: contestati i reati di disastro ferroviario colposo, omicidio colposo plurimo, lesioni colpose.
I pm di Milano hanno chiuso le indagini per disastro ferroviario colposo e altri reati nell'ambito dell'incidente ferroviario di Pioltello in cui il 25 gennaio 2018 morirono 3 persone e decine rimasero ferite. Rischiano il processo in 12: due manager, sette tra dipendenti e tecnici Rfi, la stessa società e due ex vertici dell'Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie. Verso l'archiviazione due manager Trenord e la società stessa.
Contestati i reati di disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo - Alle undici persone fisiche coinvolte vengono contestati i reati di disastro ferroviario colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose, mentre la società Rfi è indagata per la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti. I dirigenti indagati avrebbero omesso "di mettere a dispsizione dei lavoratori di Trenord e di tutti i viaggiatori dei treni" lungo la linea interessata "attrezzature idonee ai fini della sicurezza" senza garantire così "che l'infrastruttura fosse mantenuta in buoo stato di efficienza per la sicura circolazione dei treni", come si legge nell'avviso di chiusura delle indagini della Procura.
La rotaia fratturata nel "punto zero" per la scarsa manutenzione - La relazione finale dei consulenti tecnici nominati dai pm dice che il disastro di Pioltello fu causato dallo "spezzone di rotaia" di 23 centimetri che "si è fratturato" nel cosiddetto "punto zero" per "un danneggiamento ciclico irreversibile generato da condizioni di insufficiente manutenzione". Si parla poi di "assenza dei controlli ultrasonori" che non ha consentito di monitorare la "progressione irreversibile del danneggiamento del giunto" in cattive condizioni. Ci sono stati anzi "ritardi" proprio nella "sostituzione" di quest'ultimo.
Il giunto mai sostituito - A causare il deragliamento fu infatti "la sopraelevazione della ruota destra" del terzo vagone del convoglio dovuta alla "interposizione dello spezzone di rotaia", quello da 23 centimetri che si staccò, "tra il binario di corsa e la ruota stessa". La mancata "istruzione delle richieste di sostituzione" del giunto nel "punto zero" (un problema noto almeno da undici mesi), "secondo quanto le procedure Rfi imponevano", e i "ritardi nella programmazione delle attività di sostituzione" sono stati i fattori fatali per "l'irreversibile ammaloramento del giunto di procedere fino al cedimento finale".
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La tavoletta di legno "tampone" - Per tamponare il problema, venne soltanto piazzata una tavoletta di legno sotto il giunto per evitare che la rotaia sbattesse contro la massicciata. Sono cento in totale le "parti offese", tra cui le famiglie dei tre morti e 97 tra feriti gravi e lievi e persone che hanno subito traumi psicologici e disturbi da stress.