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Spari a Milano, troppi buchi nella vigilanza a Palazzo di Giustizia

Lʼingresso riservato agli addetti ai lavori senza metal detector, pochi vigilantes e non tutti armati, scarsi controlli tra aule e corridoi del tribunale

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Il giorno dopo tutti si chiedono come sia potuto accadere.

In pieno centro, a Milano, a Palazzo di Giustizia, un uomo entra armato di pistola e uccide tre persone. La vigilanza? I sistemi di controllo? I sorveglianti? I raggi X? E' evidente: le falle ci sono, e grosse, nella vigilanza per l'accesso al tribunale.

Un ingresso senza metal detector

- Gli ingressi sono quattro, ma solo tre hanno i metal detector con l'apparecchaitura per passare le borse ai raggi X: attraverso queste porte passano ogni giorni 5mila persone, all'interno di un palazzo che risale agli anni Venti. Ma Claudio Giardiello, che giovedì ha ucciso tre persone per farsi giustizia, e che in tasca aveva una pistola, è riuscito a passare dall'unico ingresso senza metal detector grazie a un tesserino falso.

Gli addetti ai lavori

- Come può entrare gente, in un tribunale, da una porta non "sicura"? Quello è l'ingresso per gli addetti ai lavori. Ma evidentemente il controllo al tesserino di magistrati e avvocati non è stato così accurato, se Giardiello è passato. Il traffico da quella porta è pesante,continuo, intenso. Ed ecco la prima falla di cui il killer si è avvantaggiato per il suo folle piano.

Dal momento che gli altri ingressi sono presidiati con grande scrupolosità, tra controlli e raggi X, una volta all'interno dell'edificio chiunque si può muovere con relativa libertà. Ed è così che Giardiello ha potuto agire indisturbato.

Le sedici guardie del Palazzo

- D'altra parte, a presidiare quei quattro ingressi al palazzo ci sono soltanto 16 vigilantes per turno, alcuni dei quali, non tutti, armati. Quelle guardie fanno capo alla società All Systen, la stessa azienda che cura il servizio controllo per Expo.

Una volta all'interno del Palazzo, a vigilare tra aule e corridoi ci sono i carabinieri e un sistema di telecamere a circuito chiuso. Ma anche qui nessuno ha controllato Giardiello, arrivato per essere processato con altri sei imputati. Il problema è che la vigilanza è obbligatoria soltanto per imputati detenuti, dei quali si occupano gli agenti della polizia penitenziaria. E Giardiello era soltanto un imputato, non un detenuto.

Anm: soli avvocati e magistrati

- Anche il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Rodolfo Maria Sabelli, interviene sulle misure di sicurezza apprezzando le parole di Sergio Mattarella che "ha posto il tema del disagio" in cui versano gli operatori della giustizia, "in un momento di forte tensione", derivante anche dalla crisi. Sabelli, intervenendo a "Radio anch'io", ha sottolineato la "solitudine" in cui si trovano magistrati e avvocati a fronte di "un sistema di sicurezza che ha rilevato gravi falle".