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Giardiello, il "no" dei Cc al porto d'armi ma la prefettura ignorò allerta

Lʼimmobiliarista che ha ucciso tre persone sparando nel tribunale di Milano aveva chiesto un aiuto economico e un alloggio ai servizi sociali. In entrambi i casi aveva ricevuto un secco no

claudio giardiello
ansa

Claudio Giardiello, l'immobiliarista a processo per bancarotta che ha ucciso 3 persone sparando nel tribunale di Milano, deteneva regolarmente la sua pistola.

I carabinieri di Brugherio avrebbero espresso un parere negativo per l'esercizio al tiro al bersaglio. Ma la prefettura ignorò la segnalazione - non vincolante - dei militari. L'uomo, sotto stress, aveva chiesto anche aiuto ai servizi sociali di

Garbagnate

ottenendo un secco no.

Come racconta La Repubblica, infatti, la sua pistola, una 9x21, lo stesso calibro delle forze dell'ordine, era regolarmente detenuta. Gli era stato concesso l'uso al poligono e nella sua abitazione ma in questi casi la prefettura non è tenuta a ritirare il porto d'armi.

"Si faccia vedere da uno specialista" -

Giardiello, inoltre, a marzo si era rivolto ai servizi sociali di

Garbagnate

. In due colloqui aveva chiesto un aiuto economico e anche un alloggio popolare, lui che era

immobiliarista

. Ricevette due secchi no. Addirittura gli consigliarono di farsi vedere da uno specialista perché "stressato".

"Speravo che mi fermassero" -

Giardiello ai carabinieri che lo hanno fermato ha raccontato di quella pistola. "Sono entrato in tribunale con l'arma. Speravo che me la trovassero all'ingresso cos ì non avrei fatto tutto questo", ha spiegato ai militari. Vestito con giacca e cravatta, ha quindi mostrato un falso tesserino da avvocato agli addetti alla sicurezza, che lo hanno lasciato passare, come emerge anche dai filmati delle telecamere di videosorveglianza analizzate dagli inquirenti. Ed è riuscito ad accedere all'aula dove era in corso l'udienza con in tasca una pistola e due caricatori. Poi, il massacro.