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Milano, si presenta coi bagagli a Palazzo Reale e vuole occuparlo: "Sono l'erede dei Savoia, questa è casa mia"

Sono dovuti intervenire prima i vigili del fuoco e poi una decina di poliziotti per "convincere" l'australiano a desistere

Il palazzo Reale di Milano

"Sono l'erede del Regno d'Italia questa è casa mia": con queste parole un cittadino australiano si è presentato agli increduli dipendenti comunali che a Palazzo Reale a Milano si occupano delle mostre ospitate nella sede di proprietà appunto della città.

L'uomo era arrivato coi suoi bagagli fino al primo piano dell'ex residenza dei regnanti d'Italia. Sono dovuti intervenire i vigili del fuoco, presenti sul posto, che una decina di poliziotti chiamati quando lo strano "proprietario" non ne voleva sapere di andarsene. C'è voluta un'ora di trattive ma alla fine il presunto regnante ha desistito.

E' successo nel primo pomeriggio di mercoledì, in pieno centro a Milano. Un australiano di 37 anni si è presentato con tanto di bagagli a palazzo Reale, a pochi metri dal Duomo, sostenendo di essere l'erede legittimo di casa Savoia e dunque il proprietario del palazzo. L'uomo è salito al primo piano, dove si trova l'ingresso delle mostre intorno alle 13 e ha domandato come raggiungere Palazzo Marino, sede del Comune, attuale proprietario dell'edificio, dicendo di essere l'erede del Regno d'Italia.

 

 

E' poi tornato un'ora dopo, ha appoggiato le valige vicino alla postazione Green pass rifiutando di allontanarsi da casa sua. A nulla è servito l'intervento dei vigili del fuoco che fanno servizio antincendio nell'edificio: l'uomo ha rifiutato di andarsene mostrando anche i documenti che diceva di aver spedito alle autorità italiane, intralciando il passaggio dei visitatori e del personale.

 

Per questo è stata chiamata la Questura, con due funzionari che, viste le intenzioni di non muoversi dell'australiano, hanno chiesto il supporto di una decina di agenti che lo hanno identificato e scortato all'esterno. Vicenda che ha fatto un po' preoccupare ma anche sorridere chi si è occupato del caso. Ai più maturi la scena ha ricordato un film di Totò, quella in cui la Fontana di Trevi veniva venduta a un turista. L'epilogo di questa storia fortunatamente non ha visto nessun truffato. 

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