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Milano, donna uccisa in casa: fermato il marito, ha confessato

Lʼuomo ha fatto ritrovare il coltello utilizzato per il delitto. Alcuni mesi fa la donna aveva scoperto che lui aveva unʼamante con la quale ha fatto un figlio tre anni fa

E' stato sottoposto a fermo Luigi Messina, marito di Rosanna Belvisi, la donna trovata morta domenica nella sua casa di Milano.

L'uomo ha confessato al termine di un lungo interrogatorio da parte degli investigatori della polizia di Stato, durante il quale erano già emerse contraddizioni sulla sua versione dei fatti. E' stato lo stesso Messina a far trovare il coltello utilizzato per il delitto.

Nella serata di domenica, Messina era stato condotto in Questura per essere ascoltato dagli inquirenti. L'ammissione del delitto è arrivata attorno alle 4. Oltre al coltello, l'uomo ha fatto ritrovare anche i suoi abiti sporchi di sangue all'interno di un cestino.

Dopo l'omicidio l'uomo ha passato tre ore giocando alle slot machine - Secondo quanto ricostruito, dopo aver ucciso la moglie, Messina ha trascorso le successive tre ore (prima di chiamare il 118) facendo la spesa, comprando pasticcini e giocando alle slot machine. E' stato il suo tentativo di crearsi un alibi. La donna, ha riferito la Squadra Mobile, è stata uccisa con 23 coltellate.

La scoperta dell'amante e del figlio - "Alcuni mesi fa Rosanna Belvisi ha scoperto che il marito aveva un'amante con cui ha fatto un figlio tre anni fa. Domenica i due hanno litigato per l'ennesima volta e Luigi Messina l'ha accoltellata. Erano tornati da una vacanza di un mese a Pantelleria". E' la versione fornita agli inquirenti da Luigi Messina, il quale accusava la moglie di "trascorrere troppo tempo sui social".

Vent'anni di violenze - "L'omicidio è la conclusione di vent'anni di violenze. Ci risulta che già nel 1995 - ha raccontato il capo della Squadra mobile, Lorenzo Bucossi - la donna sia stata accoltellata alla schiena in casa e anche in quell'occasione Messina ha raccontato di aver trovato la moglie ferita rientrando nell'abitazione. Quella volta Belvisi riportò una prognosi di dieci giorni. A novembre, inoltre, le forze dell'ordine sono intervenute due volte per maltrattamenti. La picchiava anche con il bastone della scopa".

Ecco la deposizione rilasciata da Luigi Messina agli inquirenti: "Sono stato io a uccidere mia moglie. L'ho colpita ripetutamente con un coltello che ho preso in cucina nel corso di una lite che abbiamo avuto questa mattina. Mi dispiace, sono pentito di quello che ho fatto. Questa mattina c'eravamo svegliati bene, abbiamo anche fatto l'amore. Abbiamo fatto colazione, poi Rosanna ha iniziato a insultarmi, come ormai faceva da mesi, per via della mia relazione, da cui ho avuto anche un figlio.

Preciso che non vedo questa donna e mio figlio da oltre due mesi e ho chiuso la relazione - ha messo a verbale Messina -. Lei ha cominciato a dirmi 'sei un bastardo, non dovevi fare un figlio con lei, quel bambino deve morire, è un figlio di puttana'. E, all'ennesima offesa nei miei confronti e nei confronti di mio figlio, ho perso le staffe e ho cominciato a colpirla ripetutamente".

L'uomo dice che la moglie aveva tentato due volte di ferirlo con un ferro da stiro e di non ricordare quante volte l'ha accoltellata. Quando gli agenti gli dicono che sono almeno 23, lui risponde "non me ne sono neanche reso conto".

"Mi sono spogliato e ho messo i vestiti sporchi in un sacchetto di plastica. Sono uscito con questo sacchetto e il coltello che ho utilizzato. Ho gettato il coltello in un tombino e i vestiti in una zona dove c'era altro spazzatura (a circa 2 chilometri di distanza, ndr). Sono stato anche due volte in pasticceria a prendere i babà. Ho fatto anche altre cose: ho prelevato 50 euro al bancomat, ho giocato alle macchinette e ho vinto 70 euro, forse ho fatto anche un po' di spesa. Non ricordo con precisione la sequenza di questi passaggi anche perché sono molto stanco". Lo scollamento dalla realtà appare chiaro a fine interrogatorio, quando Messina conclude raccontando di aver comprato al supermercato buste di insalata per la moglie morta.