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Milano, 53enne uccisa in casa: fermato il compagno

Roberta Priore è stata trovata morta nel suo appartamento martedì pomeriggio: lʼallarme dato dalla figlia 21enne che da alcuni giorni non riusciva a mettersi in contatto con la madre

Milano, 53enne uccisa in casa: fermato il compagno - foto 1
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Fermato per omicidio il compagno di Roberta Priore, la 53enne trovata morta martedì, probabilmente al termine di una colluttazione, nel suo appartamento di via Piranesi a Milano.

A dare l'allarme era stata la figlia 21enne che non riusciva a mettersi in contatto con la madre da qualche giorno: giunti nell'abitazione della Priore, gli agenti avevano trovato l'appartamento a soqquadro e il cadavere della donna a terra con un cuscino accanto al viso.

L'uomo, Pietro Carlo Artisi di 48 anni, era stato bloccato proprio all'uscita del palazzo di via Piranesi dalla polizia: alterato e in stato confusionale, era stato portato nel pomeriggio di martedì in questura, dove è stato a lungo interrogato. Nella notte è scattato il fermo per l'accusa di omicidio.

Roberta Priore è stata trovata nel suo appartamento di via Piranesi a Milano: distesa a terra, con un cuscino accanto alla testa che lascia ipotizzare una morte per soffocamento avvenuta al termine di una colluttazione.

Quando la figlia maggiore ha chiamato per sapere come stesse non riceve alcuna risposta e, poiché eranodiversi giorni che non la sentiva, decide di andare di persona. Nessuno apre la porta così preoccupata chiama i soccorsi. I vigili del fuoco forzano l'ingresso e una volta dentro trovano subito il corpo circondato da uno strano disordine. Nella concitazione del momento i paramedici non si accorgono di un principio d'incendio che sta crescendo ma i pompieri lo bloccano sul nascere prima che possa creare problemi.

"Nei giorni scorsi è venuta la polizia nel palazzo, erano circa le 3, sentivamo urla di aiuto provenire dal suo appartamento - ha raccontato un condomino -. Sembra che il compagno o qualcuno che conosceva bene la stesse picchiando. Del resto non era neppure la prima volta che arrivava la polizia, credo ci siano stati almeno due interventi in passato".

Per questo motivo i sospetti degli investigatori della Squadra mobile si erano subito concentrati sul compagno della Priore, di cui pochi nel palazzo riescono a fornire un profilo preciso. "L'ultima volta che sono venuti i poliziotti - ha continuato lo stesso condomino - hanno tentato di rassicurare la figlia della Priore in lacrime dicendole: 'Non si preoccupi, abbiamo salvato sua madre già due volte'". Purtroppo stavolta la figlia e la polizia non hanno fatto in tempo ad intervenire.