vivo per miracolo

Maltempo a Milano: quando vivere o morire è solo una questione di centimetri

Cade un albero di dieci metri in via Foppa: solo per un caso nessuna vittima. Ma è l'ultimo di una serie di crolli

15 Nov 2014 - 21:10
 © tgcom24

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Sembra assurdo, ma nel 2014 vivere e morire a Milano, in questi giorni di maltempo, è una questione di centimetri. Meno di duecento quelli che separavano, in via Foppa, la mia macchina dall'albero crollato così, all'improvviso, senza un sussulto, un rumore d'avvertimento, un fruscio sospetto. Accasciato lungo le due carreggiate della strada, travolto dal peso delle sue fronde, evidentemente molto superiore alla forza di radici troppo fragili per sostenerlo, incastrate tra un misero quadrato di terra sul marciapiede e un pezzo d'asfalto rialzato, in una città che vuole il verde a tutti i costi, ma poi non se ne cura.

Ed è stato un caso che oggi sia qui a raccontarlo: la mia auto doveva essere esattamente sotto le tonnellate di legno di quell'albero. Proprio lì dove c'è un passo carrabile dovevo caricare la mia bimba di 4 anni e mezzo, usciti dal ristorante, per non farla bagnare. Mi sono fermato due metri prima, perché c'era un po' di spazio ed era meno allagato. Stavo armeggiando goffamente con la cintura di sicurezza del suo seggiolino quando ho sentito il tonfo sordo e la strada è scomparsa davanti a noi, trasformandosi in quel gigante verde agonizzante che vedete nelle foto. E che, cadendo, ha travolto un'auto che passava, sfondando completamente il lunotto posteriore. I passeggeri, per fortuna, erano seduti davanti. Anche per loro, tanta paura, la macchina distrutta, ma nessun danno fisico.

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Caso, fortuna, destino, provvidenza, angeli custodi, meno prosaicamente mero culo. Non so cosa abbia portato a quella serie di coincidenze che mi ha permesso di raccontare questa storia invece di essere all'ospedale o, peggio, diventare il freddo numero di un bollettino di guerra, leggi alla voce "caduti per il maltempo". Ma so per certo che è inaccettabile in una città che l'anno prossimo avrà i riflettori del mondo puntati addosso, che si rischi la vita per un albero che cade, per di più in una strada centrale, conosciuta e considerata a torto o ragione "elegante". Purtroppo, però, la mia vicenda è il paradigma dell'Italia, dove tutto si basa sul caso, sulla coincidenza, sulla fortuna. Non si cerca di evitare i disastri, si spera che quando piove non accada niente. Non si cura il verde, si pensa che faccia da solo. Non si prendono precauzioni per i fiumi, al più si costringono in argini precari o si fanno scorrere sottoterra, piegando la natura alle esigenze o alle negligenze umane. Perché no, l'albero che è collassato davanti ai miei occhi, non è un caso isolato. In cinque anni, sono altri tre quelli stramazzati al suolo in via Foppa. Uno ha travolto un motociclista, mandandolo all'ospedale. Un altro ha sfiorato un bimbo. Un terzo ha "solo" distrutto un paio d'auto. E non in tutti i casi era piovuto o tirava vento forte. Non sono un botanico, ma pare segno evidente che forse questi alberi tanto bene non stanno e andrebbero controllati. O, alla faccia degli ambientalisti che si legherebbero a un cactus pur di non farci passare la metropolitana, sì, anche abbattuti.

Certo, ha piovuto molto, troppo. Certo, questa ondata di maltempo è un segno evidente di un malessere più esteso del pianeta, con un clima impazzito e imbizzarrito, con estati che sembrano inverni e autunni monsonici come ai tropici. Certo, tutti avranno fatto il loro dovere, il Comune in primis. Certo, il biscottino cinese che ho aperto 10 minuti prima con la scritta "Oggi è il suo giorno fortunato" aveva ragione (i cinesi non sbagliano mai). Ma vivere o morire, non può essere questione di centimetri, attimi o fortuna. Non nel 2014, perché piove. A Milano.

Ps: le fotografie sono state scattate quasi tutte dall'interno della mia macchina

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