RISPOSTA ALLA POLEMICA

Capo polizia: "Fare i nomi non è esposizione ma riconoscimento"

"Questo tipo di terrorismo è diverso da quello degli anni Settanta: non hanno interesse a colpire un singolo"

24 Dic 2016 - 22:10

"Non c'è alcuna esposizione, ma un riconoscimento chiaro. Una sottolineatura per mettere al centro chi ha reso possibile tutto questo, rischiando la propria vita". Così il capo della polizia, Franco Gabrielli, interviene sulla polemica per la divulgazione dei nomi dei due agenti che hanno bloccato e ucciso Anis Amri a Sesto San Giovanni. Secondo Gabrielli, "questo tipo di terrorismo non ha interesse a colpire il singolo".

"In pericolo tutte le forze di polizia, non il singolo" - Per Gabrielli, "non siamo in presenza di un terrorismo come quello che abbiamo conosciuto negli anni Settanta, un terrorismo endogeno che ha interesse a colpire il singolo, dunque Franco piuttosto che Mario o Cristian. Qui ci troviamo di fronte a qualcosa di diverso". La preoccupazione, infatti, "non è per le individualità, ma per l'appartenenza: sono a rischio tutti coloro che rappresentano le forze di polizia e hanno una divisa".

Per questo venerdì mattina, a poche ore dalla sparatoria di Sesto, Gabrielli ha firmato la circolare in cui chiede "massima attenzione" perché non è possibile escludere "azioni ritorsive" nei confronti delle forze di polizia.

"Chiusura profili Fb degli agenti è cautela per evitare sovraesposizioni" - La scelta di chiudere i profili social dei due poliziotti è invece una forma di "ulteriore cautela" nei loro confronti, "per evitare una eccessiva sovraesposizione in quanto, in un mondo in cui tutto passa attraverso i social, si sarebbero potuti far prendere la mano coinvolgendo anche altri colleghi". "Sono sette mesi - prosegue Gabrielli - che dico 'attenzione, ognuno di noi può essere un obiettivo'. Ma sono anche mesi che lavoro sull'orgoglio e sul senso di appartenenza dei poliziotti e degli uomini e delle donne delle forze di polizia e, nel momento in cui è fondamentale tenere alto l'orgoglio di chi vive con la divisa, il ministro non ha fatto altro che galvanizzare chi ogni giorno opera indossando proprio una divisa".

"E' abbastanza avvilente - conclude il capo della polizia - che mentre tutto il mondo parla di noi e si complimenta con la Polizia per il lavoro svolto, noi continuiamo a farci del male guardando il dito e non la luna".

L'agente Christian Movio dimesso dall'ospedale - Intanto Christian Movio, il poliziotto rimasto ferito nella sparatoria con Amri, è stato dimesso dall'ospedale San Gerardo di Monza. Protetto dalle telecamere e accompagnato dai colleghi fuori dall'ospedale, l'agente è tornato a casa per le feste e per la convalescenza, in attesa di poter tornare in servizio. "E' contento di star bene e pimpante", ha detto il direttore generale