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Famiglia di Yara: serenità di sempre dopo la sentenza di ergastolo

Secondo lʼavvocato Enrico Pelillo, Fulvio Gambirasio e Maura Panarese sarebbero "molto addolorati" per la pubblicazione, su un blog, di immagini del corpo della figlia uccisa

Famiglia di Yara: serenità di sempre dopo la sentenza di ergastolo - foto 1
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"Abbiamo accolto la sentenza con la serenità di sempre".

Così i genitori di Yara Gambirasio dopo il verdetto della Corte d'assise d'appello di Brescia che ha confermato l'ergastolo per Massimo Bossetti. Lo ha riferito il loro legale Enrico Pelillo, secondo cui Fulvio Gambirasio e Maura Panarese si sono detti "molto addolorati" per la pubblicazione nei giorni scorsi su un blog di immagini del corpo della figlia uccisa.

Intanto i difensori di Bossetti sperano nella Cassazione. "Sono molto fiducioso perché alla Corte Suprema si parlerà di diritto. Non ci sono giurie popolari ma giuristi di altissimo livello. Le nostre tesi verranno accolte". Dopo la conferma della condanna all'ergastolo da parte della Corte d'Assise d'Appello di Brescia, i difensori ostentano ottimismo in vista del giudizio definitivo della Suprema Corte.

"La sentenza - ha osservato l'avvocato Claudio Salvagni - ha ripreso quella di prima grado e penso meriti una cesoia della Cassazione. Mi spiace che per tutto questo tempo Bossetti debba rimanere in carcere. Non possiamo accontentarci di un colpevole qualsiasi, deve esserci un vero colpevole. Bossetti è totalmente estraneo alla vicenda". Come nel primo grado di giudizio, anche nel processo d'appello accusa e difesa si sono sfidati sulla prova del Dna.

I difensori avevano chiesto la riapertura del dibattimento con una perizia genetica necessaria per accertare se davvero il codice genetico dell'imputato corrisponda a quello estrapolato dagli indumenti della tredicenne e ribattezzato dagli investigatori "Ignoto 1". L'istanza è tuttavia stata respinta dalla Corte. "Bossetti non ha potuto difendersi su questo, anche alla luce di tutto il materiale che abbiamo portato", è la denuncia di Salvagni.