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Inchiesta camici, legale Fontana: "Il presidente della Lombardia ha saputo dei soldi solo nel 2015" | Pm: da estratti conto attese risposte su 2,5 milioni

"Le carte non ci consentono di capire quale sia il significato vero delle accuse di autoriciclaggio e false attestazioni"

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Ansa

"Attilio Fontana ha sempre detto che quei soldi sono i risparmi di una vita dei suoi genitori e non si è mai posto il problema. Soldi di cui lui ha appreso l'esistenza nel 2015, quando fece la voluntary disclousure". Lo dice l'avvocato Jacopo Pensa che assiste il presidente della Lombardia nell'inchiesta sui camici. "Le carte non ci consentono di capire quale sia il significato vero delle accuse di autoriciclaggio e false attestazioni", prosegue.

"La Procura - aggiunge l'avvocato Pensa -  contesta un incremento anomalo" nel saldo del conto corrente "da un anno all'altro e i pm ipotizzano si tratti di autoriciclaggio".

 

Pm: da estratti conto attese risposte su 2,5 milioni Intanto, con la rogatoria inoltrata mercoledì in Svizzera, la Procura di Milano chiede di avere accesso, in particolare, agli estratti conto del rapporto bancario aperto in una banca di Lugano nel 2005 con una presunta firma falsa, perché da quei documenti si potrebbe capire, secondo gli inquirenti, l'origine dei 2,5 milioni di euro "sospetti", ritenuti frutto di un'evasione fiscale prescritta da parte di Fontana.

 

L'indagine e la rogatoria Dagli estratti conto gli inquirenti vogliono scoprire se ci sono stati bonifici o depositi in contanti, e comunque come sono arrivati quei 2,5 milioni sul conto. Le autorità svizzere, dopo l'avvio della rogatoria da parte della Procura, dovrebbero inoltrare ai magistrati milanesi i documenti relativi all'apertura del conto, mentre non è automatico che la Svizzera decida di fornire ai pm gli estratti conto.

 

Il conto aperto dalla madre di Fontana Da quanto emerso, Fontana era delegato ad operare sul conto aperto dalla madre nel '97 (chiuso successivamente), su cui erano depositati circa 3 milioni di euro poi confluiti nel rapporto bancario aperto nel 2005. Su quest'ultimo conto, invece, il governatore non avrebbe avuto la delega a fare operazioni. La Procura sospetta che la firma sul conto, aperto 16 anni fa dalla madre di Fontana, sia falsa.Il governatore, dal canto suo, ha sempre ribadito che quei 5,3 milioni totali gli sono stati lasciati in eredità dalla madre morta nel 2015, stesso anno in cui, poi, lui decise di aderire alla voluntary disclosure per far riemergere quella somma.

 

Mentre l'inchiesta sul cosiddetto "caso camici", nella quale Fontana assieme ad altri è indagato per frode in pubbliche forniture, verrà chiusa nelle prossime settimane, dopo le ultime attività istruttorie, l'indagine autonoma e parallela, originata dalla prima, sui soldi in Svizzera resterà aperta anche in attesa degli esiti della rogatoria. 

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