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Brescia, omicidio Ziliani: confessa anche la figlia Silvia

La notizia è stata data in esclusiva da Mattino Cinque News. Per primo aveva ammesso il delitto Mirto Milani, il fidanzato della figlia primogenita della vittima

Nuova svolta nelle indagini sul delitto di Laura Ziliani, l'ex vigilessa di Temù (Brescia) uccisa l'8 maggio di un anno fa.

Dopo Mirto Milani, è arrivata la confessione anche della figlia primogenita della vittima, la 28enne Silvia Zani, fidanzata dell'uomo che per primo ha ammesso il delitto. La notizia è stata data in esclusiva dall'inviato di "Mattino Cinque News". Confermati il movente economico e l'intenzione di appropriarsi del patrimonio immobiliare della donna, che era vedova. È in corso l'interrogatorio di Paola Zani, la figlia più giovane, di 20 anni: verosimilmente confesserà anche lei. I tre si trovano in carcere dal 24 settembre.

 


Dal giorno dell'arresto, Paola, Silvia Zani e Mirto Milani si erano chiusi nel silenzio, fino alla svolta delle ultime ore. Mirto Milani, in oltre 4 ore di faccia faccia con il pm, non avrebbe scaricato le responsabilità sulle sorelle Zani ma avrebbe ammesso che ad agire sarebbero stati tutti e tre insieme. L'uomo è stato ricoverato in ospedale dopo un crollo emotivo accusato in carcere in seguito alla confessione sull'omicidio. Il giovane avrebbe manifestato l'intenzione di togliersi la vita.

 

 

 

Dalle indagini effettuate dopo l'arresto erano emersi elementi nuovi a carico di quello che gli inquirenti hanno definito "il trio criminale". Tra le novità - come riferito da Il Giornale di Brescia - una fossa trovata a pochi metri di distanza dal luogo del ritrovamento del cadavere di Laura Ziliani l'8 agosto scorso e che, secondo gli inquirenti, era stata scavata per contenere in un primo tempo il cadavere della donna.

 

 

Secondo il medico legale che ha eseguito l'autopsia, "la causa del decesso è da identificarsi in un'asfissia meccanica da chiusura delle aperture aeree in un soggetto sotto l'influenza di benzodiazepine". Laura Ziliani sarebbe quindi stata prima stordita con tranquillanti a base di benzodiazepine e poi soffocata con un oggetto soffice, come un cuscino. E infine sepolta "in prossimità dell'argine del fiume Oglio e - scrive il medico legale - ricoperta da materiale sabbioso con il disseppellimento del cadavere avvenuto a seguito di un'onda circa tre giorni prima del rinvenimento".

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