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Alzano e Nembro, Conte ai pm: "Nessun ritardo nell'azione del governo"

Il premier si dice tranquillo: "Istituire la zona rossa ai soli due Comuni non avrebbe avuto senso, il virus era già diffuso e stavamo lavorando a soluzioni drastiche e immediate per tutta lʼItalia"

Coronavirus, il pm di Bergamo a Palazzo Chigi per ascoltare Conte

"Non c’è stato alcun ritardo nella nostra azione e tanto meno sottovalutazione". Così Giuseppe Conte ai pm di Bergamo durante l'audizione di tre ore sulla mancata zona rossa dei Comuni di Alzano e Nembro. Il premier ha anche assicurato che il governatore lombardo Attilio Fontana e l'assessore Giulio Gallera "furono costantemente informati di ogni mossa". Inoltre, "la Regione poteva emettere ordinanze restrittive".

La zona rossa mancata Come riporta Il Corriere della Sera, Conte di fronte ai pubblici ministeri di Bergamo, guidati dalla procuratrice reggente Maria Cristina Rota, ha chiarito la scelta del governo di non dichiarare zona rossa Alzano e Nembro già il 3 marzo, cinque giorni prima della decisione di chiudere l’intera Regione.

 

La chiusura totale della Lombardia"Il decreto per chiudere l’intera Lombardia la notte del 7 marzo fu condiviso con la Regione che mandò anche le proprie osservazioni", ha detto il premier, ricostruendo quanto accadde tra il 3 e l'8 marzo. In quel momento "i contagi erano ormai estesi a numerosi paesi, quindi sarebbe stato inutile limitarsi a due sole aree". Spetterà ai magistrati stabilire se questo ritardo di cinque giorni abbia effettivamente provocato un aumento dei contagi da coronavirus.

 

La diffusione del virus ormai estesaAi pm Conte ha quindi spiegato che fu disposta "subito un'analisi dettagliata della situazione dalla quale emergeva la diffusione del virus ormai in un’area molto più estesa. Valutammo tutti gli interessi in gioco e in particolare l’effetto contenitivo di misure limitate a due soli Comuni rispetto all'epidemia".

 

Conte: "Sono tranquillo, ai pm ho spiegato tutto" "Ai pm ho spiegato tutto per filo e per segno. Sono assolutamente tranquillo", ha dichiarato il premier a La Stampa. "Ho chiarito tutto quello che c'era da chiarire, ho illustrato tutti i passaggi di quei terribili giorni in cui combattevamo contro un nemico invisibile. Non ho nulla da temere", ha sottolineato.

 

"La cronologia dei fatti è chiarissima" "Come ho detto ai magistrati - ha affermato Conte - la cronologia dei fatti è chiarissima: alla luce del quadro epidemiologico di cui disponevamo in quella prima settimana di marzo, non avrebbe avuto alcun senso chiudere solo i comuni di Alzano e di Nembro. Il nostro problema, già in quelle ore, era studiare soluzioni drastiche e immediate per tutta l'Italia. Ed è quello che abbiamo fatto". 

 

"Non mi aspetto alcun avviso di garanzia" Alla domanda se teme il pensiero che prima o poi possa scattare anche l'avviso di garanzia, Conte ha risposto: "Assolutamente no, io non sono ovviamente responsabile delle indagini, ma non mi aspetto alcun avviso di garanzia, né l'ho mai temuto. Come ho già detto più volte, ho la consapevolezza di aver agito in scienza e coscienza, ed ho la serenità di chi ha sempre concordato ogni passo con il Comitato tecnico scientifico".

 

Fontana in Procura a Bergamo contestato dai cittadini

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