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Cogoleto (Genova), "fecero il saluto fascista durante una votazione": a processo tre consiglieri

Secondo l'accusa, le braccia alzate di Valeria Amadei, Francesco Biamonti e Mauro Siri nel Giorno della Memoria erano un disegno criminoso. Il procedimento giudiziario comincerà a ottobre 2023

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Hanno votato - secondo l'accusa - alcune delibere facendo il saluto fascista, ora andranno a processo per violazione della legge Mancino.

Le immagini delle braccia tese di tre consiglieri di Centrodestra di Cogoleto (Genova) - ossia Valeria Amadei (Fratelli d'Italia), Francesco Biamonti (Lega) e Mauro Siri (indipendente) - avevano scatenato roventi polemiche in tutta Italia: il 27 gennaio 2021, nel Giorno della Memoria, avevano alzato le mani nel corso di una votazione, facendo un gesto che a molti era sembrato proprio un saluto romano.

Il processo - I tre consiglieri di minoranza hanno sempre sostenuto di aver semplicemente alzato la mano per la votazione, ma il pubblico ministero Francesco Cardona Albini non è dello stesso avviso: nelle scorse settimane ha infatti mandato il decreto di citazione diretta a giudizio. Il processo inizierà a ottobre 2023. Le motivazioni sono molto chiare: secondo il pm, quello di Amadei, Biamonti e Siri sarebbe stato un disegno criminoso, perché da consiglieri di minoranza "hanno compiuto manifestazioni usuali ai gruppi aventi tra i propri scopi l'incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi".
 

Le indagini - Dopo che il sindaco di Cogoleto Paolo Bruzzone aveva espresso su Facebook sdegno per l'accaduto, i poliziotti avevano acquisito il video e il verbale dell'assemblea. Poi avevano ascoltato Bruzzone e l'operatore che aveva effettuato le riprese, il primo ad accorgersi dei presunti saluti fascisti. La vicenda era finita anche in prefettura, con l'avvio di un procedimento istruttorio sollecitato dalle opposizioni in Consiglio regionale (Lista Sansa, Pd, M5s e Linea condivisa).

Le polemiche - In seguito alla segnalazione del sindaco, la polemica si è infiammata sia a livello regionale che nazionale. Come affermato dal presidente della Liguria Giovanni Toti, i tre consiglieri "oltre a commettere un reato, hanno offeso nel Giorno della Memoria tutte le vittime della follia criminale nazifascista". L'allora segretario del Pd Nicola Zingaretti aveva scritto su Twitter: "Ecco un esempio di quelli con cui non si potrà mai governare". Secco era stato il commento di Nicola Fratoianni (Leu), che aveva parlato di vicenda dal carattere "disgustoso". La Cgil aveva bollato il gesto come "atto scellerato".

 

La difesa dei tre consiglieri - Siri ha affermato di aver tenuto il braccio in quel modo perché aveva difficoltà a piegarlo, mentre Biamonti e Amadei hanno spiegato che si era trattato di un "voto scomposto" e non "di un saluto romano". Il sindaco Bruzzone aveva invece inviato una relazione scritta sull'episodio al prefetto chiedendo la decadenza di tutti e tre i consiglieri.

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