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Al via la causa per Bisagno: sarà il primo partigiano beato

Fervente cattolico, senza alcuna connotazione partitica, morì a 24 anni. Ad aprire la causa il cardinale Bagnasco

Al via la causa per Bisagno: sarà il primo partigiano beato - foto 1
agenzia

Ad avviare la causa di beatificazione è stato il cardinale e arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco ma nonostante questo endorsement il suo nome divide e suscita polemiche: Aldo Gastaldi, nome di battaglia "Bisagno" potrebbe diventare molto presto il primo partigiano beato.

Medaglia d'oro della Resistenza, noto anche come il "primo partigiano d'Italia". Prima della guerra fu impiegato all'Ansaldo di Sestri Ponente, poi arruolato e marconista nel Genio a Chiavari dal '42 e pronto all'indomani dell'Armistizio a prender la via dei monti dell'entroterra chiavarese portando con se' le armi non consegnate ai tedeschi, per dar vita alla prima formazione partigiana della zona, la Brigata Cichero, poi 3/a Garibaldi.

Fervente cattolico, senza alcuna connotazione partitica, morì a 24 anni il 21 maggio 1945, subito dopo la Liberazione, cadendo dal tetto della cabina di un camion, presso Desenzano (Brescia). Sul finire della guerra si distinse anche per il tentativo di porre fine ai regolamenti di conti tra le varie formazioni partigiane.

Prima della Liberazione nella stessa Cichero si era arrivati anche alla scissione, senza che diminuisse la fama di Bisagno, molto amato dai suoi uomini. Il nucleo iniziale della formazione partigiana di Gastaldi, creato da persone di diversa estrazione - cattolici, comunisti, liberali di sinistra - divenne celebre per essere ispirato a uno spirito di fraternità e a un codice morale, etico e di comportamento di indubbia rettitudine, poi noto come "codice Cichero".

L'editto arcivescovile su Gastaldi, datato 31 maggio, invita "a comunicare direttamente o a far pervenire al Tribunale Ecclesiastico Diocesano tutte quelle notizie dalle quali si possano in qualche modo arguire elementi favorevoli o contrari alla fama di santità del Servo di Dio". Nel frattempo, il cardinale ha richiesto "a quanti ne fossero in possesso, di rimettere con debita sollecitudine al medesimo Tribunale qualsiasi scritto, che abbia come autore il Servo di Dio, qualora non sia già stato consegnato alla Postulazione della Causa" compresi "i manoscritti, i diari, le lettere ed ogni altra scrittura privata del Servo di Dio".

L'iniziativa su Bisagno è stata subito salutata con favore dall'Anpi. "Mi pare un segnale molto importante da parte della Curia soprattutto in un momento storico in cui c'è qualcuno che mette in discussione i valori fondamentali della nostra democrazia", ha detto il presidente di Anpi Genova e coordinatore di Anpi Liguria Massimo Bisca.