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"L'animale è un membro della famiglia": condannato un veterinario dopo un intervento finito male

Lʼoperazione lascia un cagnolino zoppo e la Corte dʼAppello di Genova chiede il risarcimento per la proprietaria

agenzia

Il cane va riconosciuto come un membro della famiglia e la sua sofferenza peggiora la vita dei suoi padroni.

Con queste motivazioni, la Corte d'Appello di Genova ha deciso che un veterinario dovrà risarcire la proprietaria di un cagnolino reso zoppo da un intervento chirurgico finito male. Secondo la sentenza, il valore dell'animale aumenta con il tempo indipendentemente dai soldi spesi per poterlo acquistare.

Nel 2011 la proprietaria del piccolo Yuma, un cane bastardino preso in un canile sardo, decide di sottoporre l'animale a un intervento chirurgico perché zoppicava. Ma le sue condizioni da quel momento peggiorano e i padroni del cagnolino decidono di denunciare la veterinaria che ha operato Yuma. Secondo l'avvocato Mariagrazia Rossi, le condizioni di salute del piccolo Yuma hanno generato dolore e sofferenza nell'intera famiglia
 
Per i legali della veterinaria, invece, il cane è da considerarsi una "cosa" il cui valore dipende dal suo prezzo d'acquisto: Yuma non è un cane di razza ed è stato preso in un canile, per questo il suo valore è pari a zero. 
 
La tesi del veterinario non ha però convinto i giudici che hanno condannato il medico a un risarcimento di 4.500 euro, che include non solo i costi sostenuti dai proprietari, ma anche il dolore che l'animale ha patito. La causa è finita in Corte d'Appello ma anche qui non ci sono state buone notizie per il veterinario. La sentenza ha ribadito come "il valore del cane può essere anche nullo al momento dell'acquisto, ma cresce con il tempo in ragione del legame affettivo e relazionale che si instaura".