ULTRA', RENZI: "BASTA IMPUNITA'"

Scontri Roma, c'era un commando Sicurezza, Renzi: paghino i club

Il premier annuncia il pugno di ferro. Napolitano chiede severità: "Società rompano con i facinorosi". La procura: "Con l'ultrà che ha sparato c'erano altri tre uomini con caschi neri"

06 Mag 2014 - 01:00
 © ansa

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Daniele De Santis non era solo quando ha attaccato i tifosi napoletani con le bombe carta prima della finale di Coppa Italia, provocando la loro reazione, che l'ha poi portato a usare la pistola e a ferirne tre. Lo ha rivelato un testimone. La procura ha in mano anche diversi filmati. Ancora grave Ciro Esposito, colpito alla schiena. Il premier Renzi: "Basta impunità negli stadi". Napolitano chiede severità: "Società rompano con i facinorosi".

Prende corpo, quindi, la pista del gruppo di ultrà romanisti al fianco di 'Gastone' - il soprannome di De Santis - anche se gli investigatori preferiscono parlare di azione isolata del 48enne romano, sabato sera a Roma.

Tre persone con casco nero - Il racconto di un supertestimone, un supporter del Napoli, ritenuto attendibile, e alcune immagini in mano alla scientifica, collocano in viale di Tor di Quinto, non lontano dallo stadio Olimpico, almeno tre persone con dei caschi neri integrali. Ultrà della Roma che, si ipotizza, avrebbero spalleggiato De Santis nell'assalto ai pullman della tifoseria napoletana e che poi sarebbero stati più veloci di lui a scappare davanti alla reazione in massa dei partenopei. Si cerca ora di identificarli analizzando i filmati della fase iniziale degli scontri. Dunque le indagini della Procura punteranno a capire se c'era un vero e proprio 'commando' a sostenere l'azione di De Santis e se il blitz contro i napoletani sia stato premeditato e se De Santis abbia portato con sé la pistola già con l'intenzione di usarla.

Ad inchiodare l'ultrà giallorosso ci sono tre testimoni che lo hanno visto prendere la pistola e sparare. Il suo ruolo per gli investigatori è chiaro anche se lui da subito ha negato di aver fatto fuoco. La certezza che sia stato lui a usare la pistola, esplodendo quattro o cinque colpi e mandandone a segno quattro, dovrà darla l'esame Stub, che serve per verificare la presenza di polvere da sparo sulla mano del sospettato.

Colpi di pistola - A sostegno della ricostruzione oltre alle testimonianze anche alcuni filmati nei quali si vedono le fasi precedenti l'aggressione che subisce De Santis da parte di un gruppo di tifosi napoletani incappucciati e armati di spranghe, secondo l'informativa della Digos. La polizia sta cercando di identificarli tutti anche grazie ai video. In un filmato si vedono alcuni tifosi con il volto coperto all'esterno del 'Ciak Village' - il circolo ricreativo dove si era rifugiato De Santis - con in mano bastoni. Nel video, girato con un cellulare dall'interno di un pullman fermo, si sentono anche degli scoppi, probabilmente i colpi di pistola.

La procura intanto ha chiesto la convalida dei fermi dei quattro tifosi fermati, De Santis stesso e i tre napoletani feriti, tra cui Esposito. Il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e il sostituto Antonino Di Maio accusano l'ultrà romanista di tentato omicidio, porto e detenzione di arma abusiva e rissa. Di rissa sono accusati i tre tifosi del Napoli. Il gip fisserà entro mercoledì l'interrogatorio dei quattro arrestati, che sono tutti ricoverati in ospedale.

Il ruolo di Gennaro 'a carogna - I magistrati stanno inoltre valutando di approfondire quanto avvenuto anche all'interno dello stadio Olimpico nei minuti che hanno proceduto l'inizio della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina. In particolare l'attenzione sarà posta sul ruolo svolto dall'ultra' partenopeo Gennaro De Tommaso, detto 'Genny 'a carogna, e sui colloqui svolti con il capitano del Napoli Marek Hamsik e alcuni funzionari addetti all'ordine pubblico. I magistrati vogliono verificare se quanto accaduto configuri dei reati e se il ruolo di De Tommaso, che rischia un Daspo e sanzioni amministrative, sia effettivamente stato decisivo nelle fasi precedenti all'inizio del match.

Ultrà, raddoppio Daspo recidivi - Daspo raddoppiato per i recidivi, fino ad un massimo di dieci anni; allargamento dei reati per i quali è possibile applicare il provvedimento di divieto di ingresso negli stadi includendo, ad esempio, i danneggiamenti e le violenze compiute dai tifosi nelle aree di servizio, nelle stazioni ferroviarie o nei luoghi prossimi agli impianti. Il giro di vite dopo la follia di sabato sera approderà con ogni probabilità al Cdm la prossima settimana: e le nuove norme, a cui stanno lavorando in queste ore gli uffici del ministero dell'Interno e quelli della Giustizia, andranno ad integrarsi a quelle già messe a punto dalla task force di esperti del Viminale e del mondo del calcio la cui partenza, in via sperimentale, è prevista per l'inizio del prossimo campionato.

Renzi: pagamento ordine pubblico a cura delle società - "Tra giugno e agosto convocheremo le società e porteremo un principio fondamentale: dovranno anche prendersi cura del pagamento dell'ordine pubblico, non voglio che paghino i cittadini", ha affermato poi il premier Matteo Renzi.

Renzi: "Speziale sconta sua pena fino all'ultimo giorno" - Il premier ha parlato anche della maglietta indossata dal capo ultrà napoletano e di Speziale. "In quel momento non sapevamo nemmeno che c'era una maglietta con scritto 'Speziale libero': io dico che in un paese civile Speziale sconta la sua pena fino all'ultimo giorno e che il posto dei delinquenti non sono gli stadi ma le patrie galere".

"Non lasceremo calcio ai Genny 'a carogna" - "'E' una vicenda che ci ha lasciati non con l'amaro in bocca, di più - ha detto ancora Renzi dai microfoni di 'Tiki Taka' -: io dico che non è possibile che un cittadino normale, bambini inclusi, per entrare allo stadio deve fare tutta una serie di controlli dove gli vengono anche tolti i tappi dalle bottigliette e poi entrano le bombe carta. Sembra che le regole esistano solo per le persone per bene e non per le persone non per bene. Il calcio non lo lasceremo a quelle persone, non lo lasceremo ai vari Genny 'a carogna. Lo ridaremo alle famiglie".

L'ira di Napolitano - Anche il Capo dello Stato è tornato sugli episodi di sabato sera. "Non è calcio, ma il segno di una crisi morale del Paese. I club devono rompere i legami con tifoserie che hanno per capi dei criminali", ha dichiarato Giorgio Napolitano bacchettando però anche i club. "Dal ministro dell'Interno - spiega - ho sentito dire che non bisogna trattare con i facinorosi e questo è vero anche per le societa' ed i presidenti che devono rompere i legami con questi aggregati che vengono chiamati tifoserie ed esprimono presunti capi che si collocano nella criminalità". Il presidente ha riferito poi che se fosse stato all'Olimpico si sarebbe comportato come Renzi: "Lui ha spiegato la sua presenza all'Olimpico dicendo 'a quelli li' il calcio non glielo consegno!': è stata una bella battuta che avrei pronunciato anche io".