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Roma, blitz dei Ros anti Isis: arrestati due terroristi

Nel mirino anche un Firas Barhoumi, un foreign fighter che si troverebbe in Iraq

Roma, blitz dei Ros anti Isis: arrestati due terroristi - foto 1
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Operazione anti-Isis, a Roma, da parte dei carabinieri del Ros.

Due le ordinanze per associazione con finalità di terrorismo: una è stata notificata in carcere al macedone di 41 anni Vulnet Maqelara, alias Carlito Brigande, già detenuto, mentre l'altra è a carico di un tunisino di 29 anni, Firas Barhoumi, un foreign fighter che si troverebbe in Iraq.

Un terzo straniero,il ventiseienne macedone Abdula Kurtishi, evaso da un carcere del suo Paese ed in contatto con Brigante, è stato arrestato la scorsa notte nella capitale per evasione e possesso di documenti falsi.

L'inchiesta prende le mosse da un'intuizione investigativa dei carabinieri della Compagnia di Roma Centro, in occasione dell'arresto, lo scorso novembre, di Carlito Brigande, nell'ambito di un normale servizio di controllo del territorio. L'uomo era ricercato dall'autorità giudiziaria macedone per reati contro la persona ed il patrimonio, ma nel corso della perquisizione della casa dove si rifugiava, effettuata subito dopo l'arresto, l'attenzione dei carabinieri è stata richiamata da alcune lettere scritte a mano, con frasi in arabo, e da alcune fotografie che facevano sospettare una sua adesione al radicalismo islamista.

Per questi motivi è stato immediatamente coinvolto il Ros, il reparto dell'Arma specializzato nelle indagini antiterrorismo, i cui accertamenti - consistiti in pedinamenti e intercettazioni, nell'analisi di documenti, materiale informatico, tabulati telefonici e telematici - hanno portato a risultati importanti. In particolare e' emerso che nei giorni immediatamente precedenti al suo arresto Brigande era in contatto via chat con Firas Barhoumi, che già in quel periodo si trovava in Iraq come foreign fighter a combattere tra i terroristi dell'Isis.

Brigande, radicalizzato da Barhoumi durante un periodo di detenzione comune, tra la fine del 2014 e l'inizio del 2015, sarebbe stato in procinto di partire per l'Iraq per unirsi alle milizie del Daesh. E Barhoumi, come emerge dalle conversazioni tra i due, si sarebbe offerto come volontario per compiere, sempre in Iraq, una missione suicida con un'autobomba contro gli "infedeli".

Esplosivo "contro i miscredenti" . "Prendo una macchina con l'esplosivo dentro per fare un'operazione contro i 'kuffar' (miscredenti (ndr)". E' questo uno dei messaggi vocali, in italiano, rintracciati dai carabinieri del Ros che il tunisino Firas Barhoumi, foreign fighter che si trovava in Iraq, manda al macedone Carlito Brigande, in Italia, in procinto per partire per il teatro di guerra iracheno dove si sarebbe unito - secondo l'accusa - ai terroristi dell'Isis.

"Vincano i fedeli, nemici peccatori" - "Grazie a Dio, Dio Padre delle nostre terre, vincano i fedeli, i nemici sono peccatori", si legge ancora in alcuni dei messaggi. Nelle lettere si scrive anche: "Dio proteggi loro, quelli che perseguivano il cammino di Dio fino alla fine del mondo". Per gli inquirenti il contenuto delle missive riguardo "all'indottrinamento ideologico" sulla lotta jihadista e al "percorso spirituale è inequivocabile".

"Non tutti gli uomini sono uomini" - "Non tutti gli uomini sono uomini. Il leone rimane leone e il cane rimane cane", scriveva ancora Firas Barhoumi a Karlito Brigande.